Ara Pacis, la battaglia del muretto
ERNESTO MENICUCCI
CORRIERE DELLA SERA – 24 agosto 2011
Fuksas: «È da abbattere». No di Purini. Polemica sull'annuncio di Alemanno Marco Marsillo «Quelle di Morassut sono motivazioni cretine. Stia attento a non sfruculiare troppo, altrimenti qualcuno potrebbe indagare sulla storia della teca»
Su o giù? Abbattere o conservare? Il tema è un evergreen: il «muretto» dell'Ara Pacis, oggetto del contendere tra esperti ed elemento di polemica tra centrodestra e centrosinistra. Un dibattito che si è riacceso l'altro ieri, dopo l'annuncio di Alemanno: «A gennaio, coi lavori del sottopasso, butteremo giù anche il muro». Roberto Morassut (Pd) ha parlato di «nostalgia fascistica» e ha annunciato «un ricorso alla Corte dei Conti», perché l'abbattimento del muro costerebbe «tra i 5O0 e i 600 mila euro», il Pdl ha fatto quadrato, schierando i pezzi da novanta: «La decisione — dice Fabrizio Cicchitto — di abbattere il muro è positiva. E non c'è alcuna nostalgia fascistica: l'Ara Pacis non può essere deturpata da operazioni aggiuntive destituite di fondamento». Per Francesco Giro, sottosegretario al Mibac «la scelta di limitare l'intervento all'abbattimento del muro è stata fatta proprio per evitare danni erariali al Comune». Marco Marsilio, deputato Pdl, usa termini pesanti: «Le motivazioni di Morassut sono cretine e inconsistenti. Morassut stia attento a non sfruculiare troppo la magistratura contabile: qualcuno potrebbe andare ad indagare sulla storia della teca all'Ara Pacis, la cui assegnazione venne fatta con una telefonata a Meier, senza un concorso, una gara». Domenico Cecchini, assessore all'Urbanistica della prima giunta Rutelli (con la quale nacque il progetto Ara Pacis), difende l'opera: «Quello del sindaco è un ridicolo intestardimento. Il muro venne deciso al centimetro dalle sovrintendenze: si può dire che lo progettarono insieme a Meier. Quel rifacimento ha fatto dell'Ara Pacis uno dei musei più visitati di Roma e quello spazio, tra il muro e la fontana, è diventato un luogo cittadino». E gli esperti? Massimiliano Fuksas è «favorevole all'abbattimento del muro». L'archistar rossa che sposa una battaglia della destra? «Togliere quella divisione è giusto, e basta, perché copre le facciate delle due chiese che ci sono dietro. Lo dice anche Giorgio Muratore». Lui, però, Muratore, ha una posizione più articolata: «dl muretto? E incredibile che persone adulte perdano tempo a parlarne... E una presa in giro del sindaco, una foglia di fico con la quale si vuole coprire un intervento, quello del sottopasso, che sventrerà il centro di Roma. Un appalto enorme, che serve solo ai cosiddetti poteri forti: del resto ci si avvicina alle elezioni...». Franco Purini, l'architetto di «Eurosky», lascerebbe tutto così com'è: «Ci vuole — dice — buon senso. Il progetto iniziale era nato con un muro molto più ampio, ora è difficile trovare una soluzione positiva». Secondo Umberto Groppi, ex assessore alla Cultura, «il problema non si pone. L'abbattimento del muretto non si farà mai: non c'è uno studio, un progetto esecutivo. E una questione ideologica, con la quale Alemanno vuole dimostrare di tenere il punto: con il progetto di Meier, è la prima volta che le chiese vengono scoperte, mentre prima c'erano i palazzi a nasconderle».