Problemi infiniti intorno all'Ara Pacis
Annamaria Gravino
Secolo d'Italia, Roma, 6/9/2005
Il 23 settembre sarà inaugurato il museo e Roma dovrà adeguarsi all'opera di Meier, che stravolge viabilità e colpo d'occhio. I nuovi interventi costeranno 40 milioni di euro.
Roma. Roma è ormai al conto alla rovescia per l'inaugurazione del nuovo museo dell'Ara Pacis. Il taglio del nastro è in programma per il 23 settembre, ma le perplessità, le polemiche e, soprattutto, i problemi legati al progetto di Richard Meier non sono destinati a chiudersi insieme ai cantieri. A quanto pare, infatti, per adeguare la città alla nuova opera il Campidoglio dovrà spendere una quarantina di milioni di euro in opere di viabilità, che si aggiungono ai quasi 16 milioni già sborsati per il faraonico progetto dell'architetto americano.
E le difficoltà per la Capitale risultano tanto più gravi in quanto facilmente immaginabili e denunciate da tempo.
Il grido d'allarme sulla disorganicità del progetto rispetto al tessuto urbano fu lanciato immediatamente da An. Nel corso del tempo voci prestigiose dell'architettura e della cultura italiana hanno alimentato il coro di critiche su questo lavoro, affidato dall'allora sindaco Francesco Rutelli a Meier senza concorso e senza una pianificazione d'insieme che comprendesse anche la passeggiata di Ripetta e il lungotevere, sui quali il mausoleo di Augusto incide per viabilità, urbanistica e colpo d'occhio.
Proprio il rapporto tra l'opera dell'americano e ciò che le sta intorno è stato al centro di un duro intervento dell'architetto Giuseppe Strappa, pubblicato sul Corriere della sera di ieri. «Il progetto di Meier - sottolinea - non era chiamato a risolvere nessun problema reale». A motivarlo, per Strappa, è stata solo la volontà di Rutelli «di immettere l'architettura contemporanea nel centro storico di Roma». Una velleità che alla Capitale è costata il 266 per cento in più della cifra iniziale preventivata e che «crea problemi a catena: l'opera è troppo ingombrante - spiega Strappa - per essere costretta nell'angusta spina tra il lungotevere e via di Ripetta». Per fare spazio alla struttura, quindi, non resta che sacrificare il lungotevere in Augusta, «intubando il traffico in costosi sottopassaggi che genereranno, con i loro squarci, ulteriori problemi».
Oltre alle questioni di viabilità, il museo pone anche quelle di tutela della specifica identità del centro storico romano, che mal si presta a forzature in senso contemporaneo.
«Lucidamente - commenta il consigliere comunale di An, Marco Marsilio - Strappa paventa il rischio che il prossimo concorso internazionale per la risistemazione di piazza Augusto possa dare il colpo di grazia all'area. Strappa fa un riferimento esplicito alla possibile scelta di "esperti" che si sono guadagnati la fama intervenendo a Parigi, Londra e Berlino, in contesti urbani non paragonabili a Roma». Marsilio pone quindi l'accento sul peccato originale di un'opera che, voluta dalla scorsa giunta, è stata difesa a spada tratta dall'attuale: «É ovvio che un concorso bandito dopo aver già realizzato il complesso di Meier sarà da questo fortemente condizionato. Il modernismo di Meier non potrà non costituire un segno imprescindibile per la progettazione dell'intera piazza».
Marsilio si rivolge quindi al sindaco Walter Veltroni e all'assessore all'Urbanistica, Roberto Morassut, chiedendo l'apertura di «un confronto serio e senza pregiudizi sulla composizione della commissione che valuterà l'assegnazione degli ulteriori lavori sulla piazza». L'organismo, per An, «dovrà rispettare i criteri di pluralismo accademico e culturale, recuperando quella ampiezza e profondità di dibattito e confronto che è stato il grande assente dell'operazione Meier».
Ma ancora poche settimane fa, anche di fronte alla spaventosa lievitazione dei costi per il museo, Morassut sosteneva la validità del progetto e «la correttezza della procedura seguita».
«Errare è umano, ma - commenta il consigliere comunale di An, Luca Malcotti - perseverare è diabolico. Non si capisce l'ostinazione della giunta Veltroni nel perpetuare gli errori dell'era Rutelli. In particolare - conclude Malcotti - l'idea di nascondere l'Ara Pacis dentro una creazione di Meier è un caso patologico di sensazionalismo amministrativo, perseguito a dispetto delle esigenze della città, dei turisti e del buongusto».