Roma - Ara Pacis senza pace. Battaglia sulla «limatura»
Lilli Garrone
Corriere della Sera ediz. Roma, 17 giugno 2008
Iniziato con un battibecco fra il presidente dell'aula Marco Pomarici e il consigliere de «la Destra» Francesco Storace per questioni di regolamento (Storace ha anche minacciato il ricorso al Tar) il consiglio comunale ha ieri approvato i nomi delle 12 commissioni consiliari: dal Bilancio, dove dovrebbe andare come presidente Federico Guidi, all'Urbanistica (Marco Di Cosimo), dai Lavori pubblici (Giovanni Quarzo) all'Ambiente (Andrea De Priamo) e Mobilità (Antonio Aurigemma). La nomina ufficiale
dei presidenti, però, avverrà domani: saranno tutti del Pdl. E salgono a sette le commissioni speciali. Monica Cirinnà (Pd) è stata già nominata presidente della Commissione delle Elette: «Metterò a frutto questa elezione - ha detto - anche considerando che siamo ai minimi storici, soltanto in tre. Metto la mia esperienza in difesa delle Pari Opportunità». Nella delibera votata ieri si sancisce anche che Roma Capitale viene divisa in due: una sulle Riforme Istituzionali che dovrebbe essere affidata a Francesco Smedile (Pd) e una per i Progetti per la quale è stato fatto il nome di Dino Gasperini.
È polemica aperta (a distanza) sul «ridimensionamento» della teca dell'Ara Pacis annunciato da Gianni Alemanno. Mentre il centrodestra ricorda che «il muro dell'Ara Pacis -così afferma Marco Marsilio -è sempre stato uno degli elementi più contestati del progetto, perché costituisce un forte elemento di separazione tra il Tevere e la città», dal centrosinistra arrivano nuovi strali. Per il consigliere del Pd Athos De Luca «il muro può apparire come un ostacolo soltanto alle macchine che sfrecciano sul lungotevere. Ma chiunque si fermi davanti alla chiesa non può che apprezzarlo come una quinta che isola ed esalta lo spazio. Invece di avviare ridicole battaglia ideologiche, Alemanno farebbe bene a farsi un giretto sul luogo». Con lui il deputato del Pd Roberto Giachetti che parla
del costo di 500 mila euro calcolato dallo studio di Manfredi Nicoletti come di «una costosissima limatura», e «sentire il sindaco parlare di ridimensionamento del muro, fa cadere le braccia». Dure le repliche del centrodestra. «I rutelliani di ferro come Giachetti e De Luca - dice Marco Marsilio - che insorgono quando si tocca l'Ara Pacis dovrebbero rassegnarsi al fatto che su quell'opera pesa il giudizio di condanna pressoché universale sia del pubblico che degli esperti». «È urgente difendere la bellezza di Roma - sono le parole del consigliere del Pdl Federico Mollicone - È ridicolo chi attacca un restyling richiesto a gran voce da urbanisti, architetti e romani».
Lilli Garrone
Corriere della Sera ediz. Roma, 17 giugno 2008
Iniziato con un battibecco fra il presidente dell'aula Marco Pomarici e il consigliere de «la Destra» Francesco Storace per questioni di regolamento (Storace ha anche minacciato il ricorso al Tar) il consiglio comunale ha ieri approvato i nomi delle 12 commissioni consiliari: dal Bilancio, dove dovrebbe andare come presidente Federico Guidi, all'Urbanistica (Marco Di Cosimo), dai Lavori pubblici (Giovanni Quarzo) all'Ambiente (Andrea De Priamo) e Mobilità (Antonio Aurigemma). La nomina ufficiale
dei presidenti, però, avverrà domani: saranno tutti del Pdl. E salgono a sette le commissioni speciali. Monica Cirinnà (Pd) è stata già nominata presidente della Commissione delle Elette: «Metterò a frutto questa elezione - ha detto - anche considerando che siamo ai minimi storici, soltanto in tre. Metto la mia esperienza in difesa delle Pari Opportunità». Nella delibera votata ieri si sancisce anche che Roma Capitale viene divisa in due: una sulle Riforme Istituzionali che dovrebbe essere affidata a Francesco Smedile (Pd) e una per i Progetti per la quale è stato fatto il nome di Dino Gasperini.
È polemica aperta (a distanza) sul «ridimensionamento» della teca dell'Ara Pacis annunciato da Gianni Alemanno. Mentre il centrodestra ricorda che «il muro dell'Ara Pacis -così afferma Marco Marsilio -è sempre stato uno degli elementi più contestati del progetto, perché costituisce un forte elemento di separazione tra il Tevere e la città», dal centrosinistra arrivano nuovi strali. Per il consigliere del Pd Athos De Luca «il muro può apparire come un ostacolo soltanto alle macchine che sfrecciano sul lungotevere. Ma chiunque si fermi davanti alla chiesa non può che apprezzarlo come una quinta che isola ed esalta lo spazio. Invece di avviare ridicole battaglia ideologiche, Alemanno farebbe bene a farsi un giretto sul luogo». Con lui il deputato del Pd Roberto Giachetti che parla
del costo di 500 mila euro calcolato dallo studio di Manfredi Nicoletti come di «una costosissima limatura», e «sentire il sindaco parlare di ridimensionamento del muro, fa cadere le braccia». Dure le repliche del centrodestra. «I rutelliani di ferro come Giachetti e De Luca - dice Marco Marsilio - che insorgono quando si tocca l'Ara Pacis dovrebbero rassegnarsi al fatto che su quell'opera pesa il giudizio di condanna pressoché universale sia del pubblico che degli esperti». «È urgente difendere la bellezza di Roma - sono le parole del consigliere del Pdl Federico Mollicone - È ridicolo chi attacca un restyling richiesto a gran voce da urbanisti, architetti e romani».
Nessun commento:
Posta un commento