lunedì 7 dicembre 2009

Ecco le meraviglie dell'Ara Pacis

Ecco le meraviglie dell'Ara Pacis
Renata Mambelli
la Repubblica, 7/3/2006

Tra poco più di un mese sarà inaugurata la nuova sistemazione del monumento edificato per celebrare le vittorie di Augusto

E' la luce la convitata dell'architetto Meier, l'ospite d'onore della grande casa costruita su misura per l'Ara Pacis. Ora che anche gli ultimi ponteggi vengono tolti, lentamente la luce entra a fiotti dagli alti lucernai, dalle immense finestre verso il Tevere, ampliata e soffusa dai vetri opalini che, si rincorrono lungo la facciata a schermare il sole, riverberando un'atmosfera luminosa che circonda l'antico monumento e ne mette in risalto i bassorilievi, abbracciandolo con discrezione. Mancano ormai poco più di quaranta giorni all'apertura al pubblico della grande opera dell'architetto Richard Meier, voluta con forza e decisione dal sindaco Veltroni, dagli assessorati alla Cultura e all'Urbanistica e dalla sovrintendenza archeologica di Roma e cresciuta tra polemiche spesso gratuite e grandi attese. Ora che gli operai stanno ultimando il pavimento del grande atrio con larghe lastre di travertino tagliate a vivo, si può cominciare ad assaporare tutto il fascino di questo ambiente destinato a contenere e a valorizzare l'Ara Pacis, edificata da Augusto tra il 13 e il 9 a.C. per celebrare la fine delle campagne di Spagna e di Gallia. Ritrovata nel XVI secolo durante gli scavi a Campo Marzio, l'Ara, un recinto di marmo finemente adornato con scene della mitologia romana, personaggi della famiglia di Augusto e una processione sacra, fu racchiusa nel '38 in una teca di marmo e vetro progettata dall'architetto Vittorio Ballio Morpurgo. Una teca che però non la preservava dall'inquinamento, soprattutto quello creato dal traffico che la sfiorava sul lungotevere. Di qui la decisione di cambiare completamente lo stile dell'ambiente destinato a contenere l'Ara sacra: non una teca, ma un vero e proprio museo.
Ora il progetto dell'architetto Meier ha preso corpo: il 21 aprile la nuova sede dell'Ara Pacis sarà inaugurata solennemente. E già ora, entrando dal grande atrio che sta per essere ultimato, si coglie l'impatto della visione del monumento romano, finalmente visibile intero, a colpo d'occhio, mentre la teca costringeva il visitatore a vedere i particolari, ma non l'insieme che invece potevano ammirare i contemporanei di Augusto. L'atrio infatti si allarga verso l'immensa sala, illuminata da tutti i lati e dai lucernai del tetto, compreso quello a campana che convoglierà nel salone che custodisce l'Ara altra luce. Di notte il percorso della luce sarà inverso: dall'interno l'illuminazione artificiale investirà l'esterno, il lungotevere - che diverrà pedonabile grazie a un tunnel destinato alle auto - e la vicina piazza Augusto Imperatore.
Gli ultimi tocchi riguardano la pavimentazione della sala con il bel travertino che viene dalle cave di Tivoli e degli altri interni, compresa la biblioteca, gli ambienti destinati alla didattica e il grande museo che troverà posto nell'area sotto l'Ara Pacis, nel quale verranno esposti quasi 500 pezzi provenienti dalla stessa Ara e anche dalla cosiddetta Ara Pietatis, dell'epoca di Claudio. Su un pannello saranno ricostruiti i frammenti dell'Ara Pacis che non sono stati collocati nel luogo originario, anche per far vedere concretamente al visitatore com'era il progetto dell'artista che compose l'opera al tempo di Augusto. Verrà aperto in un secondo momento invece l'Auditorium da 160 posti, ancora da terminare, e la grande terrazza, anch'essa in travertino, che arriverà fino a sporgersi sul fiume. Una seconda terrazza, in fase di completamento, verso la piazza, ospiterà un piccolo roof garden. Non è stata ancora individuata, invece, tra i reperti a disposizione della sovrintendenza, una colonna delle dimensioni richieste da Meier per ornare l'ingresso dell'edificio: si continua a cercarla.
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nota per il disegno, dal nostro archivio
Ara Pacis Augustae - Disegno del G. Durm

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