La piazza aspetta il restyling e la pioggia cola sull'Ara Pacis
Carlotta Mismetti Capua
E Polis Roma 23/03/2009
Questa architettura razionalista a furia di togliere tutto ha tolto anche i tetti agli edifici. i tetti, secondo i canoni contemporanei, non saranno razionalisti per almeno sono razionali: sarebbero stati inventati per la pioggia. Ma quando sei una star chisse-ne-frega della pioggia , motivo per cui Richard Meier il museo dell'Ara Pacis lo ha fatto senza tetto (figuriamoci pensare una grondaia). Così ora quando piove l'acqua cola. E la pioggia ha rigato di nero e di grigio il bianco sparato dell'intonaco. DALLA SOVRINTENDENZA non fanno che mandare gli imbianchini, tanto che ora ci sono almeno tre mani di bianchi diversi, una è quasi avorio. Inoltre sulla terrazza mancano le panche, per sedersi. Anche sedersi, si vede non è tanto razionalista. Per adesso tutto si aggiusta: finalmente è stato approvato dalla giunta capitolina il progetto per la sistemazione della piazza, il cui cuore sarebbe il Mausoleo di Augusto; che qui sono tredici anni che si parla solo di Richard Maier che ci siamo dimenticati il mausoleo di Augusto, e pure le panche. I fondi ci sono, quindici milioni di euro, e il concorso vinto dagli architetti italiani F'rancesco Cellini e Mario Manieri Elia, è ai primi scavi. Va via il capolinea dei bus, ripianteranno gli alberi, nuove le luci, il sottopasso per rendere pedo nale il Lungotevere, e vedere un po' di acqua, una serie di passerelle sopra i mosaici ritrovati e l'ingresso del Mausoleo, dove stava poi collocata l'Ara. «Cellini e Mario Manieri Elia hanno trovato un modo per creare un'armonia in questa piazza disgraziata» dice l'architetto Orazio Camperzano, ordinario all'università la Sapienza che ci accompagna in questa passeggiata impossibile. È vero che prima che aprissero il ristorante Gusto i romani qui non ci venivano mai. «Ed è incredibile, perché siamo a due passi da piazza del Popolo. Ma questo luogo è difficile, sono secoli che a Roma lo si guarda in cagnesco», racconta Camperzano. «Dal Cinquecento in poi ha avuto le destinazioni pi improbabili: prima una cava, poi una fonderia, poi un teatro, ci facevano perfino le riffe dandestine, e i romani lo consideravano un luogo di meretrici e fantasmi. È stato il luogo del martirio di Cola di Rienzo, non dimentichiamolo. Anche quando Augusto lo scelse come mausoleo questo luogo erafuori dal centro direzionale della città, che erano i Fori. Ed è sempre rimasto problematico. Basti pensare che la statua dell'imperatore venne fusa per farne moneta, e che i due obelischi che ornavano il mausoleo vennero trapiantati uno al Quirinale e uno a piazza Santa Maria Maggiore» spiega Camperzano, mentre si gira intorno al cantiere. ORA IL PROGETTO di Cellini e Manieri Elia lavora tutto nel sottosuolo, scava, crea passerelle, cerca di connettere il Lungotevere al pavimento di un mosaico ritrovato, che sta venti metri pi sotto. Per ora gli artisti della domenica vengono a dipingere quel che si intravede dell'ingresso della tomba del pi grande imperatore di Roma, da dietro le staccionate del cantiere. Quel poco che si vede, perché il resto è tutto coperto da cipressi altissimi. «Li toglieranno, per forza - spiega l'architetto - altrimenti non si vede niente. Ma questa è una missione impossibile, non sarà mai una vera piazza».
Carlotta Mismetti Capua
E Polis Roma 23/03/2009
Questa architettura razionalista a furia di togliere tutto ha tolto anche i tetti agli edifici. i tetti, secondo i canoni contemporanei, non saranno razionalisti per almeno sono razionali: sarebbero stati inventati per la pioggia. Ma quando sei una star chisse-ne-frega della pioggia , motivo per cui Richard Meier il museo dell'Ara Pacis lo ha fatto senza tetto (figuriamoci pensare una grondaia). Così ora quando piove l'acqua cola. E la pioggia ha rigato di nero e di grigio il bianco sparato dell'intonaco. DALLA SOVRINTENDENZA non fanno che mandare gli imbianchini, tanto che ora ci sono almeno tre mani di bianchi diversi, una è quasi avorio. Inoltre sulla terrazza mancano le panche, per sedersi. Anche sedersi, si vede non è tanto razionalista. Per adesso tutto si aggiusta: finalmente è stato approvato dalla giunta capitolina il progetto per la sistemazione della piazza, il cui cuore sarebbe il Mausoleo di Augusto; che qui sono tredici anni che si parla solo di Richard Maier che ci siamo dimenticati il mausoleo di Augusto, e pure le panche. I fondi ci sono, quindici milioni di euro, e il concorso vinto dagli architetti italiani F'rancesco Cellini e Mario Manieri Elia, è ai primi scavi. Va via il capolinea dei bus, ripianteranno gli alberi, nuove le luci, il sottopasso per rendere pedo nale il Lungotevere, e vedere un po' di acqua, una serie di passerelle sopra i mosaici ritrovati e l'ingresso del Mausoleo, dove stava poi collocata l'Ara. «Cellini e Mario Manieri Elia hanno trovato un modo per creare un'armonia in questa piazza disgraziata» dice l'architetto Orazio Camperzano, ordinario all'università la Sapienza che ci accompagna in questa passeggiata impossibile. È vero che prima che aprissero il ristorante Gusto i romani qui non ci venivano mai. «Ed è incredibile, perché siamo a due passi da piazza del Popolo. Ma questo luogo è difficile, sono secoli che a Roma lo si guarda in cagnesco», racconta Camperzano. «Dal Cinquecento in poi ha avuto le destinazioni pi improbabili: prima una cava, poi una fonderia, poi un teatro, ci facevano perfino le riffe dandestine, e i romani lo consideravano un luogo di meretrici e fantasmi. È stato il luogo del martirio di Cola di Rienzo, non dimentichiamolo. Anche quando Augusto lo scelse come mausoleo questo luogo erafuori dal centro direzionale della città, che erano i Fori. Ed è sempre rimasto problematico. Basti pensare che la statua dell'imperatore venne fusa per farne moneta, e che i due obelischi che ornavano il mausoleo vennero trapiantati uno al Quirinale e uno a piazza Santa Maria Maggiore» spiega Camperzano, mentre si gira intorno al cantiere. ORA IL PROGETTO di Cellini e Manieri Elia lavora tutto nel sottosuolo, scava, crea passerelle, cerca di connettere il Lungotevere al pavimento di un mosaico ritrovato, che sta venti metri pi sotto. Per ora gli artisti della domenica vengono a dipingere quel che si intravede dell'ingresso della tomba del pi grande imperatore di Roma, da dietro le staccionate del cantiere. Quel poco che si vede, perché il resto è tutto coperto da cipressi altissimi. «Li toglieranno, per forza - spiega l'architetto - altrimenti non si vede niente. Ma questa è una missione impossibile, non sarà mai una vera piazza».
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