lunedì 27 dicembre 2010

Auto in mostra all´Ara Pacis se la pubblicità entra nel monumento - La fondatrice del Fai: "È uno scempio diseducativo"

Auto in mostra all´Ara Pacis se la pubblicità entra nel monumento - La fondatrice del Fai: "È uno scempio diseducativo"
GIOVANNA VITALE
SABATO, 18 DICEMBRE 2010 LA REPUBBLICA Cronaca

L´assessore Croppi: "L´idea in sé è apprezzabile, anche se il contesto è inadeguato"

Tanti episodi, da Venezia a Milano a Palermo, dove lo spot prevale sull´arte

ROMA - Autosalone Ara Pacis. Non è l´ultima insegna di una concessionaria all´avanguardia che, per farsi pubblicità, ha pensato bene di sfruttare uno dei monumenti-simbolo della Roma imperiale. No. È la pura realtà: ovvero quel che fino a stasera chiunque può vedere visitando lo splendido altare del 9 a. C. dedicato da Augusto alla dea della Pace. E già perché all´interno della controversa teca progettata da Richard Meier, proprio a ridosso del podio che sorregge i pilastri corinzi, da un paio di giorni fanno bella mostra di sé due city car elettriche nuove di zecca, una bianca e una blu, battezzate Dany e prodotte dalla società Belumbury che, a dispetto del nome, è una casa automobilistica tutta italiana.
Voleva fare le cose in grande, l´imprenditore Stefano Maccagnani. Lui che tra l´altro si fregia del titolo di "patriota" per aver salvato Alitalia, già presidente e ad della Simmel Difesa, ex società Fiat, nonché titolare dell´azienda elettromecanica Eos, per lanciare la sua mini-car ecologica ha chiesto e ottenuto il meglio: il prestigioso museo civico nel cuore della città eterna, senza sborsare - così sostiene - neppure un euro d´affitto. E dove perciò l´altro ieri sera capitani d´industria e nobildonne, professionisti e politici, in testa Gianni Letta, si sono dati appuntamento per assistere alla presentazione della macchinetta curata da Paola Perego, con Ornella Vanoni a far da madrina. Un evento lungo tre giorni: tanto quanto durerà l´esposizione nella cornice dell´altare augusteo. Di cui persino l´assessore capitolino alla Cultura, Umberto Croppi, non sapeva nulla: «Io non l´ho autorizzato», spiega dopo aver fatto una breve istruttoria. «Mi dicono che l´evento è frutto di una sponsorship con il produttore, il quale donerà in cambio 80mila euro per la manutenzione dell´Ara Pacis. Una cosa in sé apprezzabile, anche se non mi sembra questo il contesto adeguato».
Un allestimento che spiazza pure i turisti. «Certo non ci aspettavamo di vedere due macchine parcheggiate sotto un monumento così ricco di storia», commentano uscendo Alejandro Luna e Maria Ortiz, due studenti spagnoli in gita scolastica a Roma. Lo stesso sgomento che coglie Giulia Maria Mozzoni Crespi, fondatrice del Fai, una vita spesa per salvare i tesori d´Italia: «L´idea di mettere delle auto davanti a quel gioiello di scultura mi inorridisce», esordisce con sdegno. «Ma perché dobbiamo sempre mischiare il sacro con il profano? Sono allibita che il Campidoglio abbia avallato un tale scempio e mi domando se la soprintendenza ha avuto voce in capitolo, perché non posso credere che abbia dato via libera a un orrore del genere».
D´altra parte gli esempi di uso deviato dei monumenti, piegati alle più varie esigenze di mercato, ormai non si contano più. Ci sono i cartelloni pubblicitari che in tutte le città d´arte impacchettano prestigiosi edifici storici, compreso il Ponte dei Sospiri a Venezia che di recente ha ispirato l´appello al ministro Bondi firmato da sir Norman Foster; lo stand natalizio di Tiffany in piazza Duomo a Milano; il campo di big soccer con tanto di spalti montati nel catino del Circo Massimo a Roma. «Oggi questa ideologia aziendale sta pervadendo tutto», osserva sconsolato il direttore degli Uffizi, Antonio Natale: «Non voglio correre il rischio di sembrare un passatista, cosa che io non sono, tant´è che mesi fa ho fatto montare, suscitando diverse polemiche, una scritta al neon accanto al museo che si rifletteva nell´Arno e recitava: "L´arte è sempre stata contemporanea". Gli stessi Uffizi sono nati come museo d´arte contemporanea, tutta l´arte quando nasce è presente, non passato». Eppure il tempo qualcosa conta, non tutto può essere mercificato: «Ci vuole una grande attenzione, non mi piace quando i monumenti vengono prostituiti», conclude Natale. Bisogna considerare tutte le opere d´arte, siano essere figurative o di architettura, come testi poetici. Chi prenderebbe un canto di Dante per fare pubblicità a un motorino? Con le opere d´arte o di architettura succede perché non vengono considerate opere poetiche, ma feticci del consumismo».

venerdì 24 dicembre 2010

L´Ara Pacis trasformata in salone dell´auto

L´Ara Pacis trasformata in salone dell´auto
SABATO, 18 DICEMBRE 2010 LA REPUBBLICA Commenti

La gratuita esposizione pubblicitaria della Dany è stata voluta dal Comune "per amore della cultura"

Il lancio commerciale della Dany, una piccola automobile che, per quello che si vede, somiglia a tutte le altre utilitarie del mondo. Ma se è vero che questa automobile stona dentro il museo, non stona certo come accadde ai baffi sul viso della Gioconda, senso forte dei tempi moderni, né ha la forza dei monumenti impacchettati dal bulgaro Christo, non è l´ossimoro visivo, non è la contaminazione dei generi, ma è solo una delle mille volgarità - piccola questa volta, anche se significativa - commesse di questi tempi contro la cultura italiana.
Gli avessero almeno chiesto dei soldi a Stefano Maccagnani, che adesso non sa spiegare perché hanno concesso a lui quello che hanno negato a tanti altri, Maserati compresa: «È vero, mi hanno fatto un favore, forse per premiare un prodotto tutto italiano, che sarà costruito interamente a Roma». E se invece Maccagnani, che prima produceva materiale militare per la Difesa e aveva fatto parte della cordata messa assieme da Berlusconi per salvare Alitalia e, nel giorno della fiducia, ha pure scritto un´appassionata lettera al presidente del consiglio, se invece Maccagnani dicevamo, fosse solo un raccomandato, come tutti quelli che sono stati assunti nelle municipalizzate romane? «No. Al massimo sono più simpatico degli altri».
Certo, se gli avessero imposto almeno un ticket per l´uso privato del museo, ora staremmo a discutere se è giusto o sbagliato affittare i monumenti a fini commerciali, se è lecito noleggiare il Pantheon per una "convention", far sfilare l´alta moda all´Altare della Patria, promuovere un profumo davanti alla Primavera del Botticelli, vendere lingerie alle mademoiselles d´Avignon. I monumenti non sono certo sacri, e restituirli alla vita guadagnando qualche soldo forse potrebbe non essere male.
E invece la gratuita esposizione pubblicitaria della versione elettrica e della versione a benzina di questa Dany è stata voluta dal Comune «per amore della cultura». E si capisce subito che quest´auto dentro l´Ara Pacis fa il verso a invenzioni, slogan, immagini della grande arte, alle peripezie dei pennelli di Boccioni, di Picasso e di Magritte. Ma è un orecchiare appunto. Perché qui non c´è neppure la raffinatezza maliziosa della pubblicità, della cartellonistica e degli spot che chiedono solidarietà, ammiccano, seducono e sempre impongono un rapporto di grande complicità. C´è soltanto un´auto dove non dovrebbe stare col risultato di imbruttire sia l´auto sia il museo. E si ritrova come costante la cecità o, se preferite, l´insensibilità estetica di una generale amministrazione dei beni culturali ed artistici alla quale non importa nulla né di Pompei né dell´Ara Pacis.
È vero che l´Altare alla pace romana ha già subito ogni genere di insulto, da quel gabinetto che fu abbandonato all´ingresso del museo nel 2009 sino al disprezzo del sindaco Alemanno il quale appena eletto dichiarò di voler distruggere la teca di Richard Meier. «Ho scelto l´Ara Pacis perché e un luogo ameno» mi dice invece Maccagnani che forse non sa cosa significa "ameno", ma ha l´aria furba di chi pensa di passare alla cassa sfregiando un capolavoro o montando il destriero del Gattamelata.
Di sicuro questa autopromozione è stata approvata della sovra-intendenza di Roma e benedetta del sotto-segretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta: «Mi ha fatto l´onore di venire». Ed è forse tutto qui l´evento: un "sotto" che si crede "sopra", un favore promozionale spacciato per sapienza estetica, roba da chiamare la polizia del buon gusto, se esistesse.
Considerando che nella Roma di Alemanno i raccomandati "simpatici" sono battaglioni è possibile che questo nuovo buon gusto prenda piede nei luoghi e nei simboli d´arte e si faccia moda, con la complicità appunto tra il sotto e il sopra, tra la sotto-Italia e la sovra-Italia, tra il sotto-segretario e la sovra-intendenza.

martedì 21 dicembre 2010

Ara Pacis, retromarcia di Alemanno

Ara Pacis, retromarcia di Alemanno
GIOVANNA VITALE
DOMENICA, 19 DICEMBRE 2010 LA REPUBBLICA - - Cronaca

"Via le auto in mostra nel monumento". Il sindaco sconfessa il soprintendente

Marroni, Pd: "Ma quali sono i criteri per l´utilizzo dei monumenti?"

ROMA - «Rimuovete quelle macchine parcheggiate davanti all´Ara Pacis. Subito». Non ha voluto sentire ragioni l´assessore capitolino alla Cultura. Dopo aver appreso da Repubblica che la teca progettata per custodire l´altare augusteo era stata trasformata in una sorta di autosalone dove esporre per tre giorni due citycar elettriche, Umberto Croppi ha dato l´ordine di liberarla. E pazienza se il programma prevedeva altre 24 ore di esibizione in più. Ieri mattina alle nove, ora di riapertura del museo, le city car erano sparite. E con esse tutte le brochure informative sulla nuova Dany prodotta dalla Belumbury del rampante imprenditore Stefano Maccagnani.
In compenso su Roma si sono presto addensati nuvoloni gonfi di polemiche. Alimentate non solo dall´opposizione, ma interne allo stesso Campidoglio, dove si è consumato uno scontro fra l´assessore Croppi e il soprintendente comunale ai Beni culturali Umberto Broccoli, reo di aver autorizzato l´evento pubblicitario senza informare l´autorità politica, compreso il sindaco Gianni Alemanno che pare non l´abbia presa bene. Persino il comunicato inviato in mattinata dal soprintendente per giustificarsi è stato censurato dal portavoce del primo cittadino: «Non era il caso di spedirlo ai giornali».
Consapevole, Alemanno, della bufera che si sarebbe scatenata. «Ottime le auto elettriche, ma per le strade», ha attaccato l´ex sindaco e leader di Api Francesco Rutelli: «Appena eletto in Campidoglio Alemanno voleva demolire l´Ara Pacis, e infatti dà una picconata al giorno al patrimonio culturale, trasformandolo in un garage». Prepara un´interrogazione urgente, il capogruppo capitolino del Pd Umberto Marroni: per sapere «chi ha consentito questo volgare spregio delle ricchezze culturali di Roma e quali sono i criteri adottati dal centrodestra per l´utilizzo dei monumenti: probabilmente nessuno, vista la disinvoltura con cui uno dei simboli della città è stato tramutato in un parcheggio promozionale per qualche amico imprenditore».
Vana la difesa del soprintendente: «La disponibilità dell´Ara Pacis è stata concessa a fronte di un contributo di 80mila euro che andranno a finanziare i restauri», taglia corto. «Pecunia non olet. È la linea che questa amministrazione segue da due anni e mezzo: fare in modo che il bene culturale sia una risorsa. Tant´è che all´Ara Pacis abbiamo fatto tante mostre e serate di gala». Ma quando gli si fa notare che le mostre sono cosa diversa dagli eventi pubblicitari; che un conto sono gli spazi commerciali all´interno del museo (l´auditorium e la terrazza), altro è l´area antistante l´altare augusteo, Broccoli si spazientisce: «Noi abbiamo esibito un sacco di oggetti pure in quella zona. Ripeto: la linea è cercare di trovare una rendita sui beni culturali, altrimenti diventano un ramo secco, cercando ovviamente di lavorare sulla qualità. Che in questo caso c´era, trattandosi di city car elettriche ed ecologiche». Irremmovibile soprintendente. E tuttavia ora a rischio rimozione se è vero che c´è già chi ad Alemanno avrebbe chiesto la sua testa.
Bastava ascoltare ieri il sottosegretario ai Beni Culturali, Francesco Giro: «Lo dico con affetto, mi sembra una broccolata», ha commentato il braccio destro del ministro Bondi: «Ricordo la definizione che Sgarbi diede della teca di Meier: una pompa di benzina texana, battuta che l´allestimento del Campidoglio fa tornare d´attualità». Una cosa è certa: «L´Ara Pacis è un´opera archeologica di primaria importanza e dunque sottoposta a tutela statale. Un parere avrebbero dovuto chiedercelo».

mercoledì 3 novembre 2010

Piazza Augusto Imperatore il restyling entro il 2014

Piazza Augusto Imperatore il restyling entro il 2014
LAURA MARI
La Repubblica 30-10-10, pagina 126 sezione ROMA

IL RESTYLING di piazza Augusto Imperatore (con l' annesso abbattimento del muro dell' Ara Pacis) sarà completato entro il 2014. L' accordo è stato siglato ieri durante un sopralluogo a cui hanno partecipato il sottosegretario ai Beni Culturali Francesco Giro, l' assessore comunale all' Urbanistica Marco Corsini e il soprintendente ai Beni Culturali del Comune, Umberto Broccoli. PER celebrare i duemila anni dalla morte dell' imperatore Augusto, il sottosegretario ai Beni Culturali Francesco Giro ha infatti annunciato che entro il 2014 sarà completamente restaurato il Mausoleo che si trova al centro della piazza e l' intervento sarà a spese del ministero. Da qui la proposta di Giro al Campidoglio: perché non ultimare per quella stessa data anche i lavori di restyling di tutta la piazza? Un obiettivo subito condiviso dall' assessore all' Urbanistica Corsini. Dunque, se i tempi verranno rispettati, entro il 2014 piazza Augusto Imperatore pedonalizzata. Inoltre, verrà abbattuto il muro della teca di Meier e sarà realizzato un sottopasso di 600 metri tra ponte Cavour e ponte Margherita. All' altezza della passeggiata di Ripetta verrà infine costruito un parcheggio interrato da 308 posti. L' intervento costerà 17 milioni di euro.

mercoledì 13 ottobre 2010

Ara Pacis: pronto il bando per il progetto anti-traffico.

Ara Pacis: pronto il bando per il progetto anti-traffico.
13/10/2010 IL TEMPO

Il lungotevere torna a scorrere.
Tunnel di 500 metri, area pedonale e parking sotterraneo. Posti auto: accesso dal sottovia. Prezzo al pubblico 2,50 euro l'ora.

Un immagine dell'Ara Pacis Non si tratta soltanto del «muretto» di Meier all'Ara Pacis, quanto piuttosto della prima grande infrastruttura completamente realizzata in project financing per un importo totale di circa 24 milioni di euro. Il bando di gara per la realizzazione del sottopasso al Lungotevere in Augusta, un parcheggio interrato per 300 posti auto e la sistemazione dell'area antistante l'Ara Pacis verrà pubblicato entro dicembre. «Si tratta di un progetto di straordinaria importanza - ha commentato l'assessore capitolino all'Urbanistica, Marco Corsini - non solo perché consentirà la piena fruibilità del Lungotevere in quel tratto, rendendolo pedonale e la riqualificazione dell'intera area, compreso il Mausoleo e piazza Augusto Imperatore ma rappresenta una grande scommessa sull'idea di progetto di finanza e sulle tecniche utilizzate per la realizzazione del sottopasso e del parcheggio interrato, che saranno le meno invasive possibili». Il tratto del Lungotevere da «interrare» è quello che va da Ponte Cavour a Ponte Margherita per un totale di circa 800 metri lineari, di cui 500 in galleria. Contestualmente, all'altezza della Passeggiata di Ripetta verrà realizzato un parcheggio interrato per 308 posti auto. Ed è questa la chiave di volta dell'intero progetto.


I privati infatti potranno rientrare dell'investimento compiuto attraverso la gestione del parcheggio sotterraneo. L'ultimo studio di fattibilità ha così calcolato costi e ricavi di gestione. Nel particolare dei 308 posti auto, 120 saranno box da destinare alla vendita libera e 188 destinati invece alla rotazione. Per quanto riguarda quest'ultima si ipotizza una tariffa media oraria di 2,50 euro l'ora e di 300 euro al mese per i posti in abbonamento. Per quanto riguarda, invece, i 120 box destinati alla vendita si è ipotizzato un prezzo di circa 150 mila euro ad unità. Il periodo di concessione ipotizzato è di 30 anni. «Stiamo ancora lavorando ai dettagli - continua Corsini - ma il bando è sostanzialmente pronto e potremmo pubblicarlo già entro la fine dell'anno. Tra i requisiti fondamentali ci sarà anche la tempistica. L'opera dovrà essere realizzata entro la fine della consiliatura». I tempi per la realizzazione del sottopasso, del parcheggio, del parco antistante l'Ara Pacis è di circa due anni.


Una sfida importante che, se vinta, creerà un luogo unico dal punto di vista architettonico, paesaggistico e ambientale. La pedonalizzazione dell'area consentirà poi di portare a termine quella modifica richiesta dal sindaco Alemnano e accettata dall'architetto Meier, vale a dire l'abbattimento del muro che attualmente ostruisce la visuale delle chiese di San Rocco e di San Girolamo degli Schiavoni. Ma sono due gli aspetti destinati a fare la storia. La realizzazione di una piazza «verde» che ricongiunge la città al fiume e dunque una nuova strategica area pedonale nel centro di Roma, da una parte. Dall'altra un modello di collaborazione tra privati e amministrazione, come quello del project financing anche per le infrastrutture viarie destinato a fare scuola. E chissà, magari si potrebbe «rispolverare» quel vecchio progetto del tunnel sotterraneo tra Cinencittà e Eur, «bypassando» l'Appia Antica messo nel cassetto proprio per mancanza di fondi.

Susanna Novelli

giovedì 16 settembre 2010

Ara Pacis, ok della giunta via il muretto della discordia

Ara Pacis, ok della giunta via il muretto della discordia
GIOVEDÌ, 16 SETTEMBRE 2010 LA REPUBBLICA Pagina XIX - Roma

Via il muretto della Teca dell´Ara Pacis progettata da Meier. Nuovo sottopasso sul lungotevere in Augusta e pedonalizzazione di piazza Augusto Imperatore. La giunta ha approvato il progetto preliminare per la riqualificazione dell´area dell´Ara Pacis. Ci saranno due gare: la prima in project financing per la realizzazione del sottopasso (26,4 milioni di euro), la seconda per la riqualificazione di piazza Augusto Imperatore (17 milioni di euro), finanziata dal Campidoglio con la rimodulazione dei fondi di Roma capitale. I lavori cominceranno in primavera. «Non ci sarà più il muretto quindi le chiese barocche potranno essere viste», ha detto Alemanno.

martedì 7 settembre 2010

Ara Pacis, muro da abbattere e sottopasso

Ara Pacis, muro da abbattere e sottopasso
LAURA MARI
DOMENICA, 05 SETTEMBRE 2010 LA REPUBBLICA - - Roma

Pochi giorni fa il sindaco Gianni Alemanno aveva annunciato di aver raggiunto un accordo con l´architetto Richard Meier per l´abbattimento di una parte dell´Ara Pacis. Del resto, fu proprio Alemanno nel 2006, due anni prima dell´elezione a primo cittadino, a sollevare la polemica sulla teca dell´architetto americano. «È uno sfregio alla città» aveva detto all´epoca Alemanno, che ha poi rilanciato la volontà di modificare il progetto originario alcuni mesi fa, durante un convegno a cui erano presenti i più importanti architetti del mondo, tra cui lo stesso Meier. Proprio in quell´occasione, il sindaco illustrò il nuovo progetto, fondato su un punto indiscutibile: abbattere il muro, colpevole di «non favorire il dialogo tra il fiume e la città».
Buttare già quei cinque metri di travertino di Tivoli costerà però alla giunta capitolina milioni di euro. La stima iniziale del nuovo progetto, fatta dallo stesso Campidoglio, parlava infatti di un finanziamento di 17 milioni di euro necessario per realizzare la riqualificazione di piazza Augusto Imperatore.
«La teca di Meier ci sarà ancora - ha detto pochi giorni fa il sindaco Alemanno - ma sarà modificata per renderla più compatibile con la struttura urbanistica». Quindi, abbattendo il muro sarà nuovamente visibile la chiesa di San Rocco e verrà realizzato un sottopasso, un parcheggio e un´area verde tra il Tevere e l´Ara Pacis. Una sorta di belvedere sul fiume. Ora, non resta che attendere l´iter istituzionale: prima l´arrivo del progetto in giunta, il prossimo 15 settembre e poi, forse, l´avvio dei cantieri in piazza Augusto Imperatore.

sabato 5 giugno 2010

Ara Pacis, camion, bar e muretti

Ara Pacis, camion, bar e muretti
Maurizio Fortuna
Corriere della Sera – Roma 5/6/2010

E’ un mese ormai che un camion bar si è piazzato di fronte all'Ara Pacis. Prima nella piazza pedonale, e da ieri direttamente sulla strada, a un paio di metri dagli scalini del monumento, di cui sembra far parte integrante. Chi vorrà fotografare il monumento di Meier non potrà fare a meno di immortalare anche quella fastidiosa bancarella ambulante. In questa cattiva sorte, bisogna dirlo, l'Ara Pacis si trova in buona compagnia: infatti il Colosseo, il Pantheon, San Pietro, Fontana di Trevi, Trinità dei Monti, insomma qualsiasi monumento valga la pena di visitare, ha accanto a sé (o perfino di fronte) il camioncino con coca cola, birra e porchetta. Sono anni che questo malcostume viene denunciato da televisioni e giornali, e sono anni che le risposte sono sempre le stesse: c'è sempre un comma sconosciuto, di una delibera dimenticata che permette ai camion bar di occupare gli angoli più prestigiosi di Roma. Ma l’Ara Pacis no! E’ un monumento nuovo e la sosta lì davanti è chiaramente abusiva. A questo punto chiediamo: perché il Comune non interviene? Che cosa fa l'assessore al Commercio Davide Bordoni invece di inviare i vigili urbani e far sloggiare il camion bar? Prende tempo, si guarda intorno, o addirittura pensa che quel baracchino non faccia male a nessuno? Possibile che di fronte a una chiara infrazione delle regole non si senta il bisogno di intervenire? O piuttosto si vuole che il proprietario di quel negozio ambulante dopo tanta permanenza, fra l'Ara Paris e il Mausoleo di Augusto, acquisisca un diritto che altrimenti non gli spetterebbe? Sembra quasi che abbiano qualche santo in paradiso, questi camion bar. Sembrano loro i veri «intoccabili”; a mettercisi contro si rischia, visto che sono arrivati al punto di minacciare fotografi che facevano semplicemente il loro mestiere. E poi, mesi di polemiche sul muro dell'Ara Pacis che «oscura» le chiese, mezzo milione di euro per arrivare a un progetto condiviso fra architetto e amministrazione per decidere di limarne mezzo metro e poi si lascia lì il camion bar abusivo? Chi lo protegge? E perché? Come diceva un saggio uomo politico: «A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca».

sabato 15 maggio 2010

A giorni l’incontro sull’Ara pacis

A giorni l’incontro sull’Ara pacis
Il Romanista 15/5/2010

«La prossima settimana, con l'ufficio Città storica e l'assessorato all'urbanistica, faremo un punto della situazione per passare alla fase attuativa su tutti i progetti qualificanti come la teca di Richard Meier per l'Ara Pacis, i parcheggi del Galoppatoio e il parco attorno all'Auditorium di Renzo Piano». Lo ha annunciato il sindaco Alemanno. «I vertici del ministero dei Beni Culturali mi hanno assicurato che tra pochissimo partirà il bando per individuare gli sponsor del restauro del Colosseo», ha aggiunto.

venerdì 30 aprile 2010

Siglata la pax Meier-Alemanno, intorno all´Ara Pacis la discussione continua.

Siglata la pax Meier-Alemanno, intorno all´Ara Pacis la discussione continua.
GIOVEDÌ, 08 APRILE 2010 LA REPUBBLICA - Cronaca

Fuksas: se lo levano mi fanno felice. Muratore: una presa in giro

Ma gli architetti si dividono "Finalmente". "Vergognoso"

ROMA - Siglata la pax Meier-Alemanno, intorno all´Ara Pacis la discussione continua. E architetti, urbanisti e studiosi si dividono fra favorevoli e contrari: ad ulteriori interventi, a spazi del centro storico "contaminati" dal contemporaneo, a stravolgimenti di un assetto storicizzato con un´opera che Federico Zeri giudicò orribile (era il 1998) e che Vittorio Sgarbi ha definito «un cesso».
Strenuo oppositore del progetto Meier è, dagli inizi, Giorgio Muratore, architetto e docente all´università La Sapienza di Roma. Oggi ribadisce: «È vergognoso: si abbatte un muro per far passare il progetto, fermo da anni, di un parcheggio interrato. È un´autentica presa in giro». Di parere opposto Luigi Prestinenza Puglisi, critico dell´architettura: «Alemanno è riuscito nella quadratura del cerchio. Modifica l´Ara Pacis con il placet di Richard Meier: recupera il rapporto con il fiume e fa realizzare il sottopasso. Bravo!». Con lui, Massimiliano Fuksas: «Se levano quel muro, mi fanno felice. Se realizzano un ristorante, un bar, un affaccio sul fiume, mi fanno felice. Sono scelte politiche? Certo, niente è più politico dell´architettura degli edifici pubblici». Perplessità, il Museo Meier le suscita anche in Stefano Boeri, docente di Progettazione Urbana a Venezia: «Il difetto del progetto di Meier non era soltanto nella scala, che ne fa una sorta di astronave, ma nel fatto di trovarsi in un contesto che avrebbe voluto un intervento più delicato. Tutto ciò che contribuisce a ridurre questo impatto, mi sembra utile». Archeologo ed ex sovrintendente comunale, Eugenio La Rocca richiama al senso dell´intervento iniziale: «Tutto si può fare. Ma bisogna ricordare che quel muro aveva valore di "quarta parete" rispetto a piazza Augusto Imperatore: Meier lo ha pensato per armonizzare il museo con il contesto. Demolirlo è un rischio anche per l´inquinamento all´imbocco del tunnel».

domenica 25 aprile 2010

Meier: giù il muretto dell'Ara Pacis

Meier: giù il muretto dell'Ara Pacis
Susanna Novelli
08/04/2010 IL TEMPO

Pace fatta tra Alemanno e l'architetto che dice sì alle varianti sulla Teca. Sopralluogo del sindaco e di Calatrava alla Città dello Sport: "Servono 400 milioni per Roma 2020".

Il sindaco di Roma Gianni Alemanno e l'architetto Richard Meier davanti all'Ara Pacis di Roma Pace fatta tra il sindaco Alemanno e l’architetto Meier: la Teca dell’Ara Pacis verrà «ritoccata». Ara Pacis e Città dello Sport, due nodi del passato da sciogliere per una questione di «cultura», di economia e di opportunità. Così alla vigilia della conferenza cittadina sull'Urbanistica, che si svolge oggi e domani all'Auditorium, il sindaco Alemanno ha effettuato due sopralluoghi strategici per il futuro della Capitale: la Città dello Sport a Tor Vergata con l'achitetto Santiago Calatrava e l'Ara Pacis con l'architetto Richard Meier. Trait d'union di entrambi i progetti, l'assessore capitolino all'Urbanistica, Marco Corsini.


Più complessa la vicenda della Città dello Sport, i cui costi sono lievitati da 400 a 608 milioni, di cui 190 milioni già spesi. Le varianti proposte ieri, come la copertura in legno delle piscine per renderle polifunzionali, sono state ben accolte da Calatrava. Servono subito però 53 milioni per completare le due «conchiglie», mentre per le risorse mancanti si aspetta la decisione del Coni sulla candidatura di Roma alle Olimpiadi 2020. Tempi ravvicinati, circa tre anni, invece per la Teca di Meier all'Ara Pacis. Stretta di mano tra Alemanno e l'architetto americano che, guardando il progetto generale della riqualificazione, che comprende piazza Augusto Imperatore, il Mausoleo, l'Ara Pacis e il sottopasso di 1,5 chilometri che consentirà di pedonalizzare il lungotevere, ha così commentato: «Si tratta di un progetto meraviglioso, sarei stato felice di presentarlo anch'io se solo avessi pensato che un giorno la viabilità del lungotevere si fosse potuta spostare sotto terra».


Il muretto che oscura la visuale della chiesa di San Rocco verrà quindi abbattuto. Un progetto ambizioso, presentato ieri oltre che da Alemanno e Meier, dal sottosegretario ai Beni culturali, Francesco Giro, l'ingegnere Remo Calzona, l'architetto che ha vinto il concorso per la riqualificazione di piazza Augusto Imperatore, Francesco Cellini, il sovrintendente comunale Umberto Broccoli. Presenti anche gli assessori alla Cultura, Umberto Croppi e ai Lavori pubblici, Fabrizio Ghera. Sul «ritocco» alla Teca è poi intervenuto, fra gli altri, Francesco Rutelli che da sindaco commissionò nel 1996 l'opera: «Dopo due anni forse verrà tolto un pezzo di muretto davanti all'Ara Pacis. Se è vero, è un bel viatico per la modernizzazione strategica della Capitale».

lunedì 19 aprile 2010

L'Ara Pacis perde un pezzo

L'Ara Pacis perde un pezzo
07/04/201 IL TEMPO

Sopralluogo del sindaco con l'architetto Meier per «alleggerire» la teca

Pronto il progetto per la riqualificazione di piazza Augusto Imperatore: diventerà "complesso augusteo". Sopralluogo del sindaco con l'architetto Meier per "alleggerire" la teca.

Ara Pacis L'appuntamento è per oggi a mezzogiorno. Il sindaco Alemanno effettuerà un sopralluogo all'Ara Pacis con l'architetto Richard Meier, autore della famigerata Teca. Non a caso la «visita» all'opera dell'americano più volte criticata da Alemanno, al punto tale da inserire nel suo programma elettorale lo «spostamento» della Teca in periferia, avviene alla vigilia della conferenza cittadina sull'Urbanistica che si terrà domani e dopodomani all'Auditorium. Ed è proprio qui che arriverà probabilmente l'annuncio del «ritocco» della Teca di Meier.

Una rivisitazione del progetto non solo per alleggerire l'Ara Pacis dal suo invadente «rivestimento» ma anche per rendere più armoniosa l'opera dell'architetto con la riqualificazione di piazza Augusto Imperatore, da troppo tempo praticamente abbandonata a se stessa. Il progetto preliminare prevede la trasformazione dell'area in «complesso augusteo». I lavori sono stati annunciati entro il 2010 e partiranno probailmente in autunno, per la durata di tre anni. Piazza Augusto Imperatore anno 2013, quindi. Le attuali aiuole verdi inclinate, che circondano il Mausoleo, saranno state «riempite» di terreno e portate al livello della piazza, permettendo così la realizzazione di un grande parco che circonderà il monumento.

L'accesso al Mausoleo sarà invece realizzato attraverso due grandi scalinate che, dalla quota attuale della piazza, scenderanno verso l'ingresso al monumento. Nel progetto è previsto anche un piccolo «Info center» interrato e un Antiquarium per l'esposizione e il restauro dei reperti archeologici esistenti e per quelli di nuovo rinvenimento. Il progetto, che costerà circa 17 milioni di euro, non si ferma tuttavia al Mausoleo di Augusto, oggi inaccessibile.

L'obiettivo è infatti quello di riaccendere il «dialogo» tra il Tevere (oggi «oscurato» dalla teca) e la piazza. Per questo si prevede la canalizzazione sotterranea del traffico nel tratto di Lungotevere antistante l'Ara Pacis e la realizzazione di parcheggi, così da ottenere la pedonalizzazione di tutta l'area. I capolinea degli autobus, infine, verranno trasferiti e dunque riqualificata tutta la pavimentazione in sampietrino e ampliato lo spazio pedonale. Particolare cura poi verrà posta nell'illuminazione della piazza e del «nuovo» complesso augusteo.


Susanna Novelli

sabato 17 aprile 2010

Ara Pacis, Meier ci sta ad abbattere il muretto

Ara Pacis, Meier ci sta ad abbattere il muretto
L'ARENA - Giovedì 08 Aprile 2010 CULTURA Pagina 52

ARCHEOLOGIA. L’architetto modifica il suo contestato allestimento

Il Comune di Roma ha annunciato una nuova sistemazione dell’Ara Pacis, con il parziale abbattimento del contestato muro dell’architetto Richard Meier, che toglieva la vista del Tevere. «Il progetto è la soluzione alle polemiche del passato», ha detto il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, presentando alla stampa il nuovo progetto di riassetto di piazza Augusto Imperatore e le modifiche che interesseranno il muretto antistante l’Ara Pacis realizzato dall’architetto americano Richard Meier. Un sottopasso consentirà di pedonalizzare un ampio tratto del lungotevere, realizzando un parcheggio interrato per circa 300 posti auto.
«Eliminare il muro è stata un’idea superba: permette di godere della chiesa di San Rocco e dell’Ara Pacis», ha detto l’architetto Richard Meier dopo avere compiuto un sopralluogo all’Ara Pacis assieme al sindaco di Roma Gianni Alemanno. «Avrei voluto presentarlo io un progetto così ma non sapevo che il traffico poteva essere canalizzato sotto e che l’area si poteva pedonalizzare. Il muro era nato solo per dividere l’area dalla strada», ha spiegato Meier. Fin dall’inizio del suo mandato Alemanno aveva criticato la teca posta a protezione dell’Ara Pacis, Ironico Rutelli, che nel 1996 da sindaco commissionò a Meier la sostituzione della teca progettata nel 1938 per l’Ara Pacis da Vittorio Morpurgo: «A quanto pare, come promesso dal sindaco, Roma cambia. Dopo due anni forse verrà tolto un pezzo di muretto davanti all’Ara Pacis. Se è vero, è un bel viatico per la modernizzazione strategica della Capitale».

giovedì 15 aprile 2010

Il tunnel dinanzi all'Ara Pacis senza compromettere il recupero dell'antico Porto di Ripetta

Il tunnel dinanzi all'Ara Pacis senza compromettere il recupero dell'antico Porto di Ripetta
Messaggero – Roma 10/4/2010

«Costruire 6-7 piazze nelle periferie per creare davvero una città policentrica», era stata la proposta dell'architetto Paolo Portoghesi, al workshop internazionale che si è tenuto all'Auditorium Parco della Musica. La risposta di Alemanno non si è fatta attendere: «Bandiremo un grande concorso per le piazze della periferia romana e il presidente sarà Paolo Portoghesi». Portoghesi ha lanciato anche un appello «perché non venga compromessa la possibilità di ricomporre un giorno il vecchio Porto di Ripetta». E il sindaco ha garantito, da parte sua, che la realizzazione del tunnel sul lungotevere dinanzi all'Ara Pacis non minaccia l'eventuale ritrovamento delle rovine dell'antico porto fluviale e che verranno comunque fatte tutte le verifiche necessarie. In precedenza il sindaco aveva spiegato che «31 piazze nelle periferie sono poche». Piazze intese come luoghi di aggregazione, per ricucire tessuti urbani, riempire vuoti e cambiare la fisionomia dei tanti quartieri dormitorio . Restituire funzioni, eliminare i non luoghi , razionalizzare il verde e i collegamenti, New-Urbanism, insomma. «Bisogna garantire che nelle future centralità ci siano piazze all'italiana, quindi lanceremo un concorso per creare luoghi di aggregazione in tutte le centralità», ha spiegato Alemanno. Un'idea rilanciata anche dall'architetto Leon Krier, da sempre avversario del neo-modernismo e di tutto ci che crea impatto e si eleva in altezza. Il tradizionalista per eccellenza, e forse il pi applaudito di questa due giorni. Krier ha preso a modello la Garbatella: «E' un luogo fantastico dove io porto sempre I miei studenti. Per hauna piazza sbagliata --perché progettata negli anni Venti». Intanto, sulla dismissione delle caserme nel quartiere Parati Italia Nostra ha levato la sua voce. Per l'associazione ambientalista demolirle «sarebbe un errore imperdonabile», sono «una irrinunciabile testimonianza architettonica e urbanistica della Roma post unitaria».

Visita La «pacis» di Alemanno e Meier

Visita La «pacis» di Alemanno e Meier
articolo di mercoledì 07 aprile 2010 - IL GIORNALE

di Redazione
Appuntamento alle 12 all’Ara Pacis per il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, e l’architetto Richard Meier. Scopo della visita è quello di cercare soluzioni per apportare delle «correzioni concordate» alla Teca progettata dall’architetto americano, per calibrarne l’impatto anche alla luce del riassetto dell’area di piazza Augusto Imperatore. La visita all’Ara Pacis sarà preceduta dal sopralluogo del sindaco ai cantieri di Tor Vergata in compagnia dell’architetto Santiago Calatrava, «per studiarne la migliore finalizzazione in vista della candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2020». Meier e Calatrava, come tante altre «archistar» internazionali, sono in questi giorni a Roma per partecipare al convegno internazionale «Roma 2010-2020 nuovi modelli di trasformazione urbana» in programma domani e il 9 all’Auditorium Parco della Musica con l’obiettivo di raccogliere contributi e suggerimenti dai più importanti rappresentanti dell’architettura e dell’urbanistica contemporanea che potranno essere la base per
formulare successivi bandi di idee o progetti da sottoporre all’attenzione internazionale.
IL GIORNALE

mercoledì 14 aprile 2010

L'Ara Pacis farà spazio a un sottopasso

L'Ara Pacis farà spazio a un sottopasso
il sole24ore 7 aprile 2010

L'Ara Pacis farà spazio a un sottopasso (Afp)

Realizzare un sottopasso da un chilometro e mezzo per eliminare il traffico sul lungotevere, nel tratto compreso tra l'Ara Pacis e il piazzale della Marina, trasformandolo in area pedonale. E' il progetto presentato questa mattina dai tecnici del Campidoglio nel corso di un sopralluogo all'Ara Pacis effettuato dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno, insieme all'architetto Richard Meier, autore del progetto del museo, e al sottosegretario ai Beni Culturali, Francesco Giro. Grazie al sottopasso, tutta l'area adiacente all'Ara Pacis diventerà pedonale e sarà così possibile abbattere il muro che attualmente divide il museo dal lungotevere. Sul museo, nato per proteggere l'altare fatto costruire dall'imperatore Augusto nel 13 a.C. per celebrare le vittorie in Spagna e Gallia, si sono più volte scatenate le polemiche. Voluto dall'ex sindaco, Walter Veltroni, è stato duramente criticato dall'attuale primo cittadino fin dalla sua inaugurazione, nell'aprile 2006. Con l'abbattimento del muro, ha spiegato Alemanno questa mattina, il monumento godrà di una migliore integrazione con l'ambiente circostante e di una maggiore fruibilità da parte del pubblico. "Per me - ha spiegato - questo progetto è la soluzione alle polemiche del passato. Più volte ho detto che la scelta di collocare un'opera di Meier in questo contesto era sbagliata". Il sottopasso, ha annunciato, sarà realtà entro la fine del suo mandato, nel 2013, e prevede la realizzazione di un grande parcheggio sotterraneo. L'obiettivo è realizzarlo in project financing. Soddisfatto Meier, per il quale quella di abbattere il muro è un'idea "superba", a cui lui stesso non aveva pensato solo perché non immaginava si potesse dirottare tutto il traffico del lungotevere.

lunedì 12 aprile 2010

Cade il muro dell’Ara Pacis: presto il tunnel

Cade il muro dell’Ara Pacis: presto il tunnel
di Marcello Viaggio
articolo di giovedì 08 aprile 2010 IL GIORNALE

Il sopralluogo alla contestata teca del sindaco Alemanno e del progettista Meier, che dà il via libera ai correttivi Rivoluzione in vista per l’area, che sarà pedonalizzata grazie a una galleria di 1,5 km e a un parcheggio interrato
Ara Pacis, si volta pagina. Lo ha annunciato ieri il sindaco Alemanno durante un sopralluogo: «C’è il via libera di Meier, abbatteremo parte del muro che separa il monumento dal Lungotevere». Nel progetto anche un sottopasso lungo 1,5 Km per allontanare il traffico e la riqualificazione di piazza Augusto Imperatore. Era un po’ che della famosa Teca di Meier non se ne parlava. All’inizio del mandato, Alemanno aveva aspramente criticato lo «scatolone» di copertura dell’Ara Pacis auspicandone l’abbattimento o quantomeno la rimozione. Da allora, silenzio. C’è voluto il convegno Roma 2010-2020, in programma oggi e domani all’Auditorium Parco della Musica, per riportare alla ribalta la questione. Fra i partecipanti alla convention le Archistar: Renzo Piano, Massimiliano Fuksas, Santiago Calatrava e, appunto, Richard Meier.
In realtà i contatti fra il Campidoglio e l’architetto americano, progettista e autore della Teca, erano in corso da un pezzo. All’incirca da dicembre 2009. Così quello che sembra un colpo di scena, è invece il frutto di mesi di lavoro in comune. La conclusione, in ogni caso, è certa: il muro in travertino che impedisce dal Lungotevere la vista delle due storiche chiese barocche, San Rocco e San Girolamo, verrà giu. Tutto o in parte, si vedrà. L’annuncio è stato dato ieri dal sindaco Alemanno, che ha effettuato un sopralluogo all’Ara Pacis in compagnia dello stesso Meier, dell’assessore all’urbanistica Marco Corsini e del Sottosegretario ai beni culturali Francesco Giro.
Il progetto di rivisitazione complessivo dell’area prevede anche la riqualificazione di piazza Augusto Imperatore, peraltro già avviata da una delibera di giunta, la creazione di un sottopasso per le auto, lungo un chilometro e mezzo, e la pedonalizzazione dell’area del lungotevere antistante l’Ara Pacis, che verrà sistemata a verde. Nei piani, un po’ più in là, anche un parcheggio sotterraneo. «Complessivamente si tratta di un progetto fantastico - afferma Alemanno -. Mettiamo insieme piazza Augusto Imperatore, la Teca e il sottopasso. Potremo pedonalizzare un ampio tratto del lungotevere. Il parcheggio che abbiamo previsto sarà complementare con quello del Galoppatoio». Dunque, alternativo. E i tempi? «Se ci muoviamo velocemente dal punto di vista burocratico, possiamo farcela in 18 mesi. O al massimo entro la fine della consiliatura» assicura il Sindaco. Soddisfatto Meier: «La nuova sistemazione è un’idea meravigliosa» taglia corto. Una battuta destinata a chiudere i conti con il passato, e anche, perchè no?, la bocca ai gufi dell’oggi. «Studio l’Ara Pacis da 12 anni, questa sistemazione era il mio sogno - aggiunge -. Il piano lo avrei messo in atto io stesso, se avessi saputo che si potevano far passare le auto sotto Lungotevere. Il muro era stato pensato proprio per tenere lontano il traffico dall’Ara Pacis». Con le auto 20 metri sotto, non servirà più.
Entusiasta anche il presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Roma, Francesco Duilio Rossi: «E’ uno straordinario progetto per restituire ai cittadini romani e ai turisti un complesso monumentale di inestimabile valore. Non è un caso che lo stesso Meier abbia dato il suo benestare». Per l’assessore Corsini «il parcheggio sarà un altro passo avanti verso la pedonalizzazione del Tridente». Per quanto riguarda la riqualificazione di piazza Augusto Imperatore, presto sarà presentato il progetto e avviata la gara: «Il costo dell’intervento è di 17 milioni» precisa Giro.

venerdì 9 aprile 2010

l´Ara Pacis cambia volto addio al muro della discordia

l´Ara Pacis cambia volto addio al muro della discordia
FRANCESCA GIULIANI
GIOVEDÌ, 08 APRILE 2010 LA REPUBBLICA - Cronaca

Alemanno: copre le chiese. Lavori in due anni, l´ok di Meier

Il nuovo piano dopo le polemiche sull´opera voluta da Rutelli e Veltroni Costerà 17 milioni

ROMA - Discussa, detestata, a un passo dall´essere demolita, l´Ara Pacis di Richard Meier si prepara a importanti cambiamenti e a nuove modifiche, per diventare il centro di un parco incastonato fra il lungotevere e le chiese barocche del cuore storico di Roma. Con il placet del progettista americano, il sindaco Gianni Alemanno ha illustrato il progetto che prevede, prima di tutto, l´abbattimento di quel muro in travertino di Tivoli che costeggia la strada dal lato del fiume, per lasciare spazio a una zona verde, una sorta di belvedere o terrazza che riunirà l´area museale al Tevere da un lato, e alla piazza Augusto Imperatore, dall´altra.
«Accolgo con entusiasmo il progetto messo a punto dal sindaco Alemanno. Del resto, il parco era un´idea che faceva parte già del mio progetto originario. Ma è ottimo che venga realizzata ora, in occasione della risistemazione di piazza Augusto Imperatore e con la pedonalizzazione dell´area», ha commentato Meier. In occasione del suo insediamento nell´aprile 2008, il sindaco Alemanno aveva dichiarato di voler abbattere il Museo dell´Ara Pacis, inaugurato nel 2006, definendolo «uno sfregio per la città». Oggi, fianco a fianco a Meier, fra strette di mano e sorrisi, si dichiara soddisfatto: «Non avrei mai fatto realizzare un progetto simile perché non ne condivido l´impostazione e sono per un approccio più "classico" alle modifiche del centro storico di Roma. Però questa soluzione mi convince e credo sia ottimale per la città».
Porta quindi una nuova pace l´abbattimento del muro dell´Ara Pacis, colpevole di non favorire «il dialogo tra la città e il fiume» e del resto vituperato responsabile di occludere la visuale alla facciata della chiesa di San Rocco. Per questo venne già accorciato e abbassato in passato sotto gli strali della Destra, da sempre contraria al progetto voluto dalle amministrazioni Rutelli («Alemanno abbatte un muretto, finalmente Roma cambia», dichiara) e Veltroni poi. Anche la piazza antistante il museo, dove si affollano beati i visitatori a migliaia ogni fine settimana, sarà in parte modificata dall´ampliamento della fontana: la pietra, l´acqua e la luce, elementi cardine dell´arte di Meier nelle sue opere intorno al mondo, dal Getty Center di Los Angeles al Museo di Arte contemporanea di Barcellona, restano protagoniste.
I cantieri potranno partire a breve ed essere completati entro due anni, assicura l´assessore all´Urbanistica Marco Corsini, aiutati da un project financing per la realizzazione di un parcheggio interrato da circa trecento posti auto, legato al tunnel anche questo un progetto già discusso e presentato (2004). Nessun rischio di "sorprese" archeologiche per il sottopasso: tutta la zona a ridosso del Tevere venne sbancata in occasione della realizzazione dei collettori fognari, sotto il livello stradale c´è terra di riporto. Il tunnel ingoierà il traffico del lungotevere proprio all´altezza dell´edificio di Meier mentre, là dove oggi corrono le automobili nascerà un prato verde, ai piedi dei platani ottocenteschi. Prossimi al via anche i lavori di riassetto di piazza Augusto Imperatore secondo il progetto di un gruppo di architetti guidati da Francesco Cellini con un´operazione che costerà 17 milioni di euro. Una trasformazione nel pieno centro di Roma, da realizzare come dice Richard Meier «valorizzando il passato e sollecitandone l´interazione con il presente offrendo servizi e infrastrutture».

giovedì 25 marzo 2010

Meier cambierà l' Ara Pacis

Meier cambierà l' Ara Pacis
s. cas.
La Repubblica – Roma 25/3/2010

“Una visita con Richard Meier all'Ara Pacis per definire la correzione della Teca e profonda ricontestualizzazione urbanistica in quella parte di centro storico». Non solo. «Far anche un sopralluogo con l'architetto Santiago Calatrava ai cantieri di Tor Vergata per studiarne la migliore finalizzazione in vista della candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2020». Doppio annuncio del sindaco Alemanno, precisando che le due visite si svolgeranno in occasione di un workshop sull'architettura che si terrà all'Auditorium tra l'8 e il 9 aprile al quale sono state invitate anche altre archistar come Renzo Piano, Massimiliano Fuksas e Zaha Hadid. Polemica per Italia Nostra. Il presidente della sezione romana Carlo Ripa di Meana, ha scritto al sindaco che «dopo aver letto il programma dei lavori e dopo aver scorso i nomi dei maggiori relatori, avanzo la proposta che, per il programma dei lavori, sia scelto come definitivo e finale titolo dell'iniziativa, più dell'attuale insapore «Progetto Millenium» questo ben più importante: i problemi irrisolti delle aree dismesse e delle periferie romane al vaglio delle Archistar internazionali». E ancora il presidente di Italia Nostra: «Appare indispensabile, anzi doveroso, che lei inviti ad aprire i lavori l'onorevole Francesco Rutelli e a concluderli l'onorevole Walter Veltroni rendendo così pubblica la continuità della sua politica su questo punto, in particolare sulle periferie e le aree dismesse. Che hanno gli stessi problemi lasciati aperti dai suoi predecessori, nella continuità della loro opera. Pronta la replica di Alemanno: «Le archistar non avranno alcun privilegio e non c'è alcuna continuità con Veltroni e Rutelli sulla politica delle periferie e l'attenzione alle archistar. Insieme al grandi nomi dell'architettura sono chiamati a partecipare a] convegno, con la stessa dignità o anche con ruoli superiori di coordinamento, gli italianissimi esponenti degli ordini professionali e delle facoltà di architettura e di ingegneria della città di Roma. Quindi il nostro convegno pur avendo una proiezione internazionale di altissimo profilo, non trascurerà affatto i talenti di casa nostra». Ma ltalia Nostra veglierà.

mercoledì 24 febbraio 2010

I colori dell'Ara Pacis

I colori dell'Ara Pacis
In apertura straordinaria un pennello elettronico restituisce all'Ara Pacis i suoi colori originali

Inizio: venerdì 26 febbraio 2010 alle ore 20.00
Fine: domenica 28 febbraio 2010 alle ore 20.00
Luogo: Museo dell'Ara Pacis
Indirizzo: Lungotevere in Augusta (angolo via Tomacelli)
Città/Paese: Rome, Italy

Descrizione
Apertura straordinaria del museo durante l'ultimo weekend di Febbraio, dalle ore 20.00 alle ore 23.00 (ultimo ingresso alle ore 22.00)

La tecnica di proiezione è stata aggiornata e rinnovata grazie a proiettori digitali che consentono di modificare e modulare i profili e i colori in tempo reale. Anche se gli oltre mille anni di permanenza nel sottosuolo del Campo Marzio hanno cancellato dal monumento dell’Ara Pacis ogni traccia visibile di colore, non sussistono dubbi sul fatto che in origine l’altare fosse variopinto.

Innanzitutto perché è ormai assodato che l’utilizzo dei colori per i monumenti fosse abituale. Inoltre, nel corso del 2008/2009 è stato effettuato un ciclo di ricerche (analisi chimiche e spettroscopiche realizzate con tecnologia adeguata) eseguite dai Laboratori Scientifici dei Musei Vaticani per conto della Sovraintendenza ai Beni Culturali del Comune di Roma che hanno provato senza dubbio l’esistenza di colore sull’altare e su alcuni suoi frammenti, mai restaurati in quanto non reinseriti nella ricostruzione del 1938.

La scelta delle singole tinte per “l’Ara Pacis a colori” è stata operata sulla base di confronti con la pittura romana, specialmente pompeiana, studi condotti su monumenti più tardi ma influenzati dall’Ara Pacis e ricerche cromatiche svolte sulle architetture e sulla scultura greco-romana.

Spettacolo gratuito. E' necessario acquistare il biglietto di ingresso al museo: € 9,00/Ridotto € 7,00

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