lunedì 5 maggio 2008

Via la teca, restaurazione per l'Ara Pacis

Via la teca, restaurazione per l'Ara Pacis
Paola Pierotti
Il Sole 24 ore 1/5/2008

«La teca di Richard Meier è un intervento invasivo da rimuovere». Gianni Alemanno conferma di voler andare fino in fondo sulla linea annunciata in campagna elettorale. Il neo-sindaco non esclude poi l'ipotesi di affidare ad un referendum la scelta di tenere o meno l'opera, e nel caso fosse smantellata, potrebbe essere ricostruita in un'area della periferia o in quella dell'ex Fiera. A sorpresa, Meier risponde da New York «stupito» che ancora una volta si riaccenda la polemica, dice di non conoscere il sindaco, ma fa sapere di «essere disponibile al dialogo». «Quella dell'Ara Pacis non è ovviamente una priorità - precisa Alemanno - ci impegneremo comunque a rivedere gli interventi negativi fatti in centro storico».
L'architettura contemporanea romana cambia rotta: basta con i grandi nomi internazionali e con gli affidamenti diretti; concorsi trasparenti per grandi studi e per una platea più diffusa di professionisti; ritorno alla tradizione e recupero dell'identità. Tesi confermate dal ripetuto attacco anche agli ascensori panoramici del Vittoriano e ancora dalla scelta di un consulente come Leon Krier, urbanista del Principe Carlo, che ha avuto grande influenza sul movimento del new urbanism. «Partiremo con le emergenze che ci sono in aree della città che sono abbandonate», ha precisato Alemanno. Il tema è quello della sostituzione edilizia nelle periferie, «dei quartieri fatti di edifici di 2-3 piani - spiega Fabio Rampelli (An) architetto 46enne, ex capogruppo in commissione Ambiente alla Camera -, nemmeno intonacati e senza urbanizzazione primaria. Contiamo di entrare in queste zone, concordare la demolizione comparto per comparto, demolire e ricostruire con premio di cubatura».
«La città-giardino della Garbatella è un prototipo - aggiunge Rampelli -. Un'architettura a misura d'uomo non prodotta in serie, non architettura senz'anima come quella che potrebbe essere realizzata a Tokyo come ad Algeri». Una battuta d'arresto per l'architettura della sperimentazione. Per decorrenza dei termini sono "salvi" i due musei firmati da Zaha Hadid e da Odile Decq la cui ultimazione è prevista a cavallo tra il 2008 e il 2009. Sono partiti i lavori per la stazione Tiburtina dello studio Abdr e procedono quelli per la Città dello sport di Santiago Calatrava. Pare non possa avere intoppi nemmeno la Nuvola di Fuksas all'Eur e la Città dei giovani di Rem Koolhaas all'Ostiense. Nel primo caso i lavori sono già partiti, nel secondo l'impresa ha già in concessione l'area dei Magazzini generali e l'iter di approvazione è in fase conclusiva. «Intendiamo approfondire tutti i temi aperti - ha precisato Rampelli - e dialogare con i soggetti interessati, capiremo a che punto sono le procedure, rispetteremo il lavoro già fatto, e qualsiasi modifica sarà fatta in un'ottica di miglioramento». Nei mesi scorsi il commissario straordinario, il prefetto Mario Morco-ne, aveva approvato l'accordo di programma per il comparto ex Atac di via della Lega lombarda progettato dallo studio Labics e sviluppato da Parsitalia ed era stato dato il via libera anche alle torri di Renzo Piano all'Eur. Il Tar del Lazio ha respinto il ricorso per il progetto di Mario Cucinella e Grandi Progetti per la nuova sede Istat da realizzare a Pietralata, e ora serve l'ok della nuova Giunta.
Tra i temi cruciali del prossimo futuro dell'architettura romana ci sono le Centralità; la riqualificazione dell'area dell'ex Fiera sulla Cristoforo Colombo dove sono state individuate le cordate di imprese e architetti ma per cui non è ancora partita la progettazione; e ancora le stazioni della linea C della metropolitana. Intanto a breve sarà il nuovo sindaco ad annunciare il progetto vincitore del maxi-concorso per la sede del "Campidoglio 2".

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