martedì 11 agosto 2009

Riserve, perplessità e bocciature. L'edificio scolpito rivestito di nuovo

Riserve, perplessità e bocciature. L'edificio scolpito rivestito di nuovo
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO, 26-APR-2006

Il padiglione in vetro e travertino, la pietra delle cave di Tivoli, che ospita ufficialmente dal 21 aprile scorso l’Ara Pacis Augustae, rappresenta - nell'idea del suo autore, l'architetto newyorchese Richard Meier (al quale si debbono alcuni dei più interessanti musei del Novecento) - un vero e proprio museo con spazi per la didattica, per mostre, per servizi di accoglienza, biblioteche e uffici. E proprio per queste numerose articolazioni la costruzione è apparsa esorbitante rispetto a quel recinto di marmo con altare all'interno, di poco più di 11 metri di lato, che venne votato dal Senato di Roma per commemorare le vittorie di Augusto in Gallia e in Spagna.
Molti architetti, tra i più famosi impegnati nel campo dell'urbanistica romana, hanno espresso con vari toni il loro dissenso che non è solo dell'ultima ora, giacché il progetto Meier era stato varato nel 1996, dopo che Francesco Rutelli, allora sindaco di Roma, aveva affidato all'architetto statunitense il compito di creare una struttura in grado di proteggere il monumento simbolo della pace augustea. Fin d'allora infatti l'opera era stata accolta con molte riserve e bocciata senza appello da Vittorio Sgarbi, allora sottosegretario ai Beni Culturali, e nel 1998 anche da Federico Zeri.
L'imponente edifìcio Meier si compone di tre settori: è preceduto da una scalinata che porta a una galleria e poi al padiglione dove è situato il monumento augusteo illuminato dalla luce dei lucernari e dagli ampi pannelli dì vetro schermato, tecnologicamente adeguati al filtraggio della luce, al1'isolamento termico e alla fonoassorbenza. A nord vi è poi una sala convegni su due livelli, un ristorante e quindi una terrazza con vista sul mausoleo di Augusto. Nel seminterrato ci sono la biblioteca, gli uffici, due ampi spazi museali, in uno dei quali sono presentati frammenti dell'ara di difficile collocazione e i rilievi di un altro altare, l'«Ara Pietatis», ex voto di Tiberio per la salute recuperata della madre Livia.
All'esterno una fontana e una colonna per segnalare la posizione dell'orologio solare che era stato posto in antico accanto all'altare. Tra le opere ancora da completare, un grande auditorìum, una terrazza protesa verso il Tevere, un tunnel che passerà al di sotto del Lungotevere, che consentirà al traffico di scorrere e insieme di fornire un parcheggio a più piani.
Ma forse l'imponente struttura sembra ancora più ingombrante perché inserita in una piazza (piazza Augusto Imperatore) eterogenea per l'architettura e ancora tutta da disegnare. A tal fine si sta provvedendo, questa volta con regolare concorso.

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