lunedì 17 agosto 2009

ALEMANNO CHOC «SE VINCO, SMONTO LA TECA DI MEIER»

ALEMANNO CHOC «SE VINCO, SMONTO LA TECA DI MEIER»
Alessandro Capponi
CORRIERE DELLA SERA 20-APR-2006

Il candidato Cdl sull'Ara Pacis. Perplessi gli alleati: «Forse scherzava...»

La sala della conferenza stampa alle pareti ha i poster della campagna elettorale, quelli col viso ragazzino di Alemanno, sorridente, leggero, la giacca portata sulla spalla: subito sotto, eccolo in carne e ossa, Alemanno, e sembra un'altra persona. È corrucciato, gli occhi un poco segnati, le mani a massaggiarsi, nervose. Marco Marsilio, consigliere comunale di An, ha appenà elencato «ritardi e sprechi», ha dato dei «vanagloriosi» a Rutelli e Veltroni, detto che «altro che celebrazioni, un sindaco che fa una cosa simile andrebbe processato. Un monarca fa cose così, in democrazia no». La tesi di An è quella nota: la teca che protegge l'Ara Pacis è «uno sfregio per la città, Roma è stata violentata, e con tempi e costi triplicati rispetto a quelli di partenza». E allora Alemanno dice subito che «se vinciamo, se divento sindaco, la teca di Meier sarà smantellata e andrà in periferia, ne faremo un museo». Le fondamenta della teca scendono oltre i cinquanta metri di profondità. Ma questo non sembra essere un problema per An, né gli altri, i costi e il tempo necessario per rifare tutto: «Noi faremo un concorso pubblico, invece dell'assegnazione diretta da monarca». E dunque: nel giorno in cui non c'è più alcun dubbio sulla scelta della Cdl per un unico sfidante di Veltroni - l'ufficialità arriderà stamani - il prescelto, Gianni Alemanno, lancia la sua proposta: Meier in periferia, all'Ara Pacis deve essere tutto rifatto. Oggi, altro tema: la Fiera di Roma. E probabilmente così sarà fino alle elezioni, ogni giorno un affondo.
Ma gli alleati cosa pensano della proposta di Alemanno sull'Ara Pacis. In verità, almeno fino a metà pomeriggio - prima del vertice pomeridiano - semplicemente, non sapevano. Baccini (Udc): «Dobbiamo ancora discutere del programma, Alemanno parlava da candidato di An, non da candidato della cdl». Antoniozzi (Forza Italia), prima ride poi dice: «Non so bene cosa dire, non mi pare rientri nel programma, di sicuro ancora non ce ne ha parlato. Io ho proposto il secondo Raccordo anulare...». Cutrufo, il senatore della Nuova De candidato al Campidoglio, prova a districarsi: «Ma scherzava o era serio?». Era serio. Ma lui non può saperlo e neanche può chiedere ragione proprio ad Alemanno, perché lui, Cutrufo, dice di non partecipare alla riunione pomeridiana in via dell'Umiltà: «Non sono stato invitato, partecipo invece alla riunione nazionale. Evidentemente pensano che la mia candidatura può rimanere. E sappiano che va bene anche a me: con un candidato di destra e uno di sinistra, uno di centro, non farà male». Anche se poi Cutrufo va alla riunione, e alla fine, all'uscita, sembra soddisfatto.
E mentre in via dell'Umiltà si succedono le dichiarazioni in favore di «Alemanno candidato unico», in città deflagra la polemica sulla teca di Meier. «Italia nostra» e «Agenzia per la città» si dichiarano d'accordo con la proposta di An. Invece la reazione dell'assessore del Campidoglio, Roberto Morassut, è critica: «La proposta di Alemanno di smontare e trasferire la teca di Meier trasuda una cultura estremista che conferma la distanza da sensibilità moderate, responsabili e di governo. La CdL - continua Morassut - si sta affidando, come dimostra tale dichiarazione, ad un esponente politico che interpreta le posizioni più estremistiche dell'alleanza. A quando la proposta dello sventramento del Tridente e del Ghetto? Non si sa cosa dire di una dichiarazione di tale assurdità. Soltanto che mancano da parte della Cdl e del suo candidato programmi e idee credibili per Roma».

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