Ara Pacis «mostruosa», parola di Berlusconi
Raffaello Masci
La Stampa 04/05/2006
«La Scala sì, che è stata messa a posto in modo fantastico, nei tempi e nei costi giusti. Altro che l'Ara Pacis, che è una mostruosità». Il capo dell'opposizione Silvio Berlusconi non poteva proporre argomento migliore per alimentare la polemica, in questa stagione di interregno per il governo centrale e di vigilia elettorale per molti enti locali.
E' andato a toccare, infatti, un archetipo del dualismo italiano: Milano contro Roma, che diventa destra contro sinistra. La città del Nord, amministrata dalla Cdl, ha restaurato bene e con un occhio al portafoglio uno dei suoi monumenti più rappresentativi. L'altra - la Roma ladrona governata dai «comunisti» - ha scialacquato 15 milioni per tirare su un ecomostro, già definito «cesso orrendo» dal critico-ipercritico Vittorio Sgarbi e «una pompa di benzina», addirittura, dal principe Carlo.
Fatto sta che l'ultimo taglio di nastro pre-elettorale - il più spettacolare e pieno di lustro - del sindaco della capitale, Walter Veltroni, è quello che ha fatto inviperire di più la destra che, secondo tutti i sondaggi, arranca nella corsa verso il Campidoglio, pur avendo messo in campo un campione come Gianni Alemanno. E allora giù. Dagli all'Ara Pacis appena riaperta e a Richard Meier, l'architetto che ne è il discusso artefice.
«Non solo Berlusconi - ha detto Alemanno - ma anche Cossiga, Sgarbi, Portoghesi e molti altri urbanisti ed architetti hanno duramente criticato questo pessimo esempio di intervento invasivo nel cuore di un centro storico. Offro alla sinistra un'onorevole via d'uscita dopo le elezioni - conclude il candidato sindaco - individuiamo insieme la commissione che dovrà decidere in quale periferia trasferire questa teca».
Ma una «lezione» di gestione urbanistica da parte dei paladini dei condoni edilizi, il centrosinistra non l'ha voluta sentire: «Lascio ai veri esperti il giudizio sull'operato dello scorso governo in campo urbanistico e ambientale - ha commentato il coordinatore romano della Margherita Roberto Giachetti - e mi limito a ricordare le mostruosità autentiche con le quali l'ex premier ha sfigurato uno dei patrimoni naturalistici del Paese, il litorale di Porto Rotondo in Sardegna. Dopo l'anfiteatro, i laghetti, il bosco di cactus (tutte opere coperte dal segreto di Stato), il cosiddetto parco di Villa Certosa proprio due giorni fa è tornato a far parlare di sé: sembra che il Cavaliere abbia fatto innalzare una collina artificiale dalla quale, seduto su una panchina, si potrà rilassare e meditare davanti al mare».
La veemenza con cui il centrodestra si scaglia contro l'Ara Pacis - fa notare in conclusione Roberto Morassut, assessore all'Urbanistica e co-bersaglio insieme al sindaco di tutti gli strali polemici - mette allo scoperto «la debolezza dialettica dei nostri oppositori» che, in mancanza di argomenti verso un'amministrazione apprezzata dai cittadini «si lanciano in una campagna maniacale contro un monumento prima dimenticato e che già oggi, a due settimane dall'inaugurazione, è diventato il terzo museo più frequentato della città».
Raffaello Masci
La Stampa 04/05/2006
«La Scala sì, che è stata messa a posto in modo fantastico, nei tempi e nei costi giusti. Altro che l'Ara Pacis, che è una mostruosità». Il capo dell'opposizione Silvio Berlusconi non poteva proporre argomento migliore per alimentare la polemica, in questa stagione di interregno per il governo centrale e di vigilia elettorale per molti enti locali.
E' andato a toccare, infatti, un archetipo del dualismo italiano: Milano contro Roma, che diventa destra contro sinistra. La città del Nord, amministrata dalla Cdl, ha restaurato bene e con un occhio al portafoglio uno dei suoi monumenti più rappresentativi. L'altra - la Roma ladrona governata dai «comunisti» - ha scialacquato 15 milioni per tirare su un ecomostro, già definito «cesso orrendo» dal critico-ipercritico Vittorio Sgarbi e «una pompa di benzina», addirittura, dal principe Carlo.
Fatto sta che l'ultimo taglio di nastro pre-elettorale - il più spettacolare e pieno di lustro - del sindaco della capitale, Walter Veltroni, è quello che ha fatto inviperire di più la destra che, secondo tutti i sondaggi, arranca nella corsa verso il Campidoglio, pur avendo messo in campo un campione come Gianni Alemanno. E allora giù. Dagli all'Ara Pacis appena riaperta e a Richard Meier, l'architetto che ne è il discusso artefice.
«Non solo Berlusconi - ha detto Alemanno - ma anche Cossiga, Sgarbi, Portoghesi e molti altri urbanisti ed architetti hanno duramente criticato questo pessimo esempio di intervento invasivo nel cuore di un centro storico. Offro alla sinistra un'onorevole via d'uscita dopo le elezioni - conclude il candidato sindaco - individuiamo insieme la commissione che dovrà decidere in quale periferia trasferire questa teca».
Ma una «lezione» di gestione urbanistica da parte dei paladini dei condoni edilizi, il centrosinistra non l'ha voluta sentire: «Lascio ai veri esperti il giudizio sull'operato dello scorso governo in campo urbanistico e ambientale - ha commentato il coordinatore romano della Margherita Roberto Giachetti - e mi limito a ricordare le mostruosità autentiche con le quali l'ex premier ha sfigurato uno dei patrimoni naturalistici del Paese, il litorale di Porto Rotondo in Sardegna. Dopo l'anfiteatro, i laghetti, il bosco di cactus (tutte opere coperte dal segreto di Stato), il cosiddetto parco di Villa Certosa proprio due giorni fa è tornato a far parlare di sé: sembra che il Cavaliere abbia fatto innalzare una collina artificiale dalla quale, seduto su una panchina, si potrà rilassare e meditare davanti al mare».
La veemenza con cui il centrodestra si scaglia contro l'Ara Pacis - fa notare in conclusione Roberto Morassut, assessore all'Urbanistica e co-bersaglio insieme al sindaco di tutti gli strali polemici - mette allo scoperto «la debolezza dialettica dei nostri oppositori» che, in mancanza di argomenti verso un'amministrazione apprezzata dai cittadini «si lanciano in una campagna maniacale contro un monumento prima dimenticato e che già oggi, a due settimane dall'inaugurazione, è diventato il terzo museo più frequentato della città».
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