Meier: la mia teca per la luce di Roma
Alessandra Rubenni
21/04/2006, L'Unità, Roma
Oggi l’attesa inaugurazione del museo dell’Ara Pacis. Intervista all’architetto che l’ha progettato.
«Lavorare a Roma è diverso. Sono molto felice di averlo fatto Spero alla mia teca vengano tante persone»
DOPO dieci anni di intoppi burocratici e sei di lavori, l’opera di Richard Meier vede la luce. E non è un caso se l’architetto americano, con la stessa parola, intende luminosità e leggerezza. Tonnellate di materiale, tra vetro, acciaio e travertino, sembrano sparite in una struttura senza peso. Al posto della vecchia teca di Morpurgo, realizzata nel ‘38 per proteggere l’Ara Pacis, adesso ci sono pareti pensate come una lunga corsa di cristallo. Con un piazza d’accesso in cima a una gradinata monumentale, e uno spazio espositivo sotterraneo, accanto al futuro auditorium. E l’entusiasmo di Meier cancella il ricordo della corsa a ostacoli. «Ci sono stati dei problemi - ammette - ma come in qualsiasi altro posto. Le difficoltà fanno parte del progetto. Però non ho mai pensato di non riuscire ad arrivare in fondo. Perché non si trattava solo dell’architetto Meier. In troppi lavoravano qui: questo progetto coinvolgeva migliaia di persone, non poteva fermarsi».Dal dopoguerra, questo è il primo intervento contemporaneo che s’incunea nel centro storico. «Non avevomai pensato di poter lavorare a Roma», ripete più volte Meier, ripensando al lungo periodo in cui l’architettura, nella Capitale, è rimasta paralizzata. Anzi «congelata», come dice lui. «So che adesso ci sono molti progetti per Roma.Non li ho visti, ma credo che sia un fatto molto positivo». Di certo, anche per Meier è stata un’esperienza speciale. «Sono molto felice di aver lavorato a Roma. C’è così tanto qui. Questa città è tutta una stratificazione di storia, un livello sopra l’altro», prosegue lui, che con la sua “teca” voleva appunto riportare un pezzo di storia dentro un sistema moderno, riportarla ai nostri tempi. E innamorato com’è della luce di Roma, lo ha fatto con una teoria di vetrate che funzionano come schermo acustico, amantenere uno stato sospeso di quiete, ma che lasciano entrare una cascata ininterrotta di luminosità. «Quando si entra in una chiesa non si può fare a meno di rivolgere lo sguardo verso l’alto. Qui però si vede la luce speciale di Roma. E tutt’intorno c’è piazza del Popolo, il Tevere... la storia è qui». La nuova “teca” infatti è una piazza che si apre al resto della città. «Il Pantheon è una grande opera, ma guarda verso il suo interno. Questo invece è uno spazio proiettato all’esterno». Ovviamente, il progetto ha dovuto tessere un rapporto con piazza Augusto Imperatore, su cui si alzano pure gli edifici di epoca fascista. «Quelli non sono bellissimi - concorda l’architetto - ma spero che questo sia un posto dove verranno migliaia di persone, che prima non avrebbero avuto delle ragioni per farlo». Mentre intorno ferve il lavoro degli operai, Meier fruga in un mucchio di giunti di ferro, accatastati vicino anche dei pezzi di travertino... a casa ne ho molti di questi souvenir, per ogni cantiere, tutti sistemati su delle mensole». Intanto, sulla piazza d’accesso, è ancora piantato il fusto di una colonna finta. «Ho chiesto di collocare lì una colonna antica, a rappresentare la storia». Ma questo resta un cruccio, perché la colonna - che il progettista newyorkese vorrebbe per ricordare l’obelisco dell’antica meridiana di Augusto - non si è ancora trovata. «Non so perché. Per la chiesa che ho progettato a Tor Tre Teste avevo chiesto un crocifisso medievale, o anche del Quattrocento. Il Vaticano ne ha tanti, che non vengono utilizzati. Alla finemene hanno dato uno del diciottesimo secolo». Magari anche stavolta andrà a finire così.
Una data simbolica oggi per il Natale di Roma, per la consegna ufficiale alla capitale del primo lotto della nuovo polo della Fiera di Roma. È stato il sindaco Walter Veltroni a brindare, allo scoccare della mezzanotte, insieme al presidente della Provincia Enrico Gasbarra, al nuovo polo fieristico situato sulla Portuense, sulla direttriceRoma- Fiumicino, progettato dall’architetto Tommaso Valle. I festeggiamenti, con circa 1.500 invitati, hanno preso il via, quindi, ieri sera con una cerimonia inaugurale per la consegna dei primi 8 padiglioni, cui se ne aggiungeranno altri 6 a fine anno. Per il sindaco Walter Veltroni sarà «un Natale di Roma particolarmente ricco di eventi quest’anno e denso di iniziative. Il miglior festeggiamento che la città possa avere». Partecipata al 47,4% dalla Camera di commercio di Roma, al 27,6 dal Comune e al 12,4% per ognuno da Regione Lazio e Sviluppo Lazio, la Fiera conta su investimenti complessivi fino al 2010 pari a 3,64 miliardi. In totale i padiglioni saranno 22, per una superficie complessiva di 920mila metri quadrati che ne faranno il primo polo fieristico europeo, con 14mila posti auto e 4mila posti adibiti a centro congressi. Un polo fieristico che, come ha sottolineato la scorsa settimana dall’amministratore delegato di Fiera di Roma, Marco Sogaro, sarà caratterizzato da incontri ‘Business to Business’. Per la prima fase sono stati investiti già 335 milioni di euro e 150 milioni per le strade di accesso. A partire dal 2009, inoltre, la Fiera genererà 8.400 nuovi occupati. La prima manifestazione a essere ospitata sarà, il 22 settembre prossimo OroCapital, poi fino a dicembre una serie di manifestazioni dedicate al turismo, alla nautica, all' impiantistica. Tra le attività per le quali Fiera di Roma ha già in corso accordi commerciali importanti, a marzo del prossimo anno un’esposizione dedicata alle attività subacquee, Eudishow, mentre per il turismo è previsto, sempre a marzo, in collaborazione con Rimini Fiere, un evento internazionale, Globe, dedicato esclusivamente agli operatori. Con la Nuova Fiera saranno anche potenziati i collegamenti stradali a Ponte Galeria. Si tratta della nuova bretella che, collegando il quartiere di Ponte Galeria, ha spiegato il presidente del XV Municipio, Giovanni Paris, permette di raggiungere via della Muratella senza attraversare il centro abitato. In questo modo, il traffico quotidiano che percorre questo tratto della via Portuense risulterà notevolmente alleggerito.
Alessandra Rubenni
21/04/2006, L'Unità, Roma
Oggi l’attesa inaugurazione del museo dell’Ara Pacis. Intervista all’architetto che l’ha progettato.
«Lavorare a Roma è diverso. Sono molto felice di averlo fatto Spero alla mia teca vengano tante persone»
DOPO dieci anni di intoppi burocratici e sei di lavori, l’opera di Richard Meier vede la luce. E non è un caso se l’architetto americano, con la stessa parola, intende luminosità e leggerezza. Tonnellate di materiale, tra vetro, acciaio e travertino, sembrano sparite in una struttura senza peso. Al posto della vecchia teca di Morpurgo, realizzata nel ‘38 per proteggere l’Ara Pacis, adesso ci sono pareti pensate come una lunga corsa di cristallo. Con un piazza d’accesso in cima a una gradinata monumentale, e uno spazio espositivo sotterraneo, accanto al futuro auditorium. E l’entusiasmo di Meier cancella il ricordo della corsa a ostacoli. «Ci sono stati dei problemi - ammette - ma come in qualsiasi altro posto. Le difficoltà fanno parte del progetto. Però non ho mai pensato di non riuscire ad arrivare in fondo. Perché non si trattava solo dell’architetto Meier. In troppi lavoravano qui: questo progetto coinvolgeva migliaia di persone, non poteva fermarsi».Dal dopoguerra, questo è il primo intervento contemporaneo che s’incunea nel centro storico. «Non avevomai pensato di poter lavorare a Roma», ripete più volte Meier, ripensando al lungo periodo in cui l’architettura, nella Capitale, è rimasta paralizzata. Anzi «congelata», come dice lui. «So che adesso ci sono molti progetti per Roma.Non li ho visti, ma credo che sia un fatto molto positivo». Di certo, anche per Meier è stata un’esperienza speciale. «Sono molto felice di aver lavorato a Roma. C’è così tanto qui. Questa città è tutta una stratificazione di storia, un livello sopra l’altro», prosegue lui, che con la sua “teca” voleva appunto riportare un pezzo di storia dentro un sistema moderno, riportarla ai nostri tempi. E innamorato com’è della luce di Roma, lo ha fatto con una teoria di vetrate che funzionano come schermo acustico, amantenere uno stato sospeso di quiete, ma che lasciano entrare una cascata ininterrotta di luminosità. «Quando si entra in una chiesa non si può fare a meno di rivolgere lo sguardo verso l’alto. Qui però si vede la luce speciale di Roma. E tutt’intorno c’è piazza del Popolo, il Tevere... la storia è qui». La nuova “teca” infatti è una piazza che si apre al resto della città. «Il Pantheon è una grande opera, ma guarda verso il suo interno. Questo invece è uno spazio proiettato all’esterno». Ovviamente, il progetto ha dovuto tessere un rapporto con piazza Augusto Imperatore, su cui si alzano pure gli edifici di epoca fascista. «Quelli non sono bellissimi - concorda l’architetto - ma spero che questo sia un posto dove verranno migliaia di persone, che prima non avrebbero avuto delle ragioni per farlo». Mentre intorno ferve il lavoro degli operai, Meier fruga in un mucchio di giunti di ferro, accatastati vicino anche dei pezzi di travertino... a casa ne ho molti di questi souvenir, per ogni cantiere, tutti sistemati su delle mensole». Intanto, sulla piazza d’accesso, è ancora piantato il fusto di una colonna finta. «Ho chiesto di collocare lì una colonna antica, a rappresentare la storia». Ma questo resta un cruccio, perché la colonna - che il progettista newyorkese vorrebbe per ricordare l’obelisco dell’antica meridiana di Augusto - non si è ancora trovata. «Non so perché. Per la chiesa che ho progettato a Tor Tre Teste avevo chiesto un crocifisso medievale, o anche del Quattrocento. Il Vaticano ne ha tanti, che non vengono utilizzati. Alla finemene hanno dato uno del diciottesimo secolo». Magari anche stavolta andrà a finire così.
Una data simbolica oggi per il Natale di Roma, per la consegna ufficiale alla capitale del primo lotto della nuovo polo della Fiera di Roma. È stato il sindaco Walter Veltroni a brindare, allo scoccare della mezzanotte, insieme al presidente della Provincia Enrico Gasbarra, al nuovo polo fieristico situato sulla Portuense, sulla direttriceRoma- Fiumicino, progettato dall’architetto Tommaso Valle. I festeggiamenti, con circa 1.500 invitati, hanno preso il via, quindi, ieri sera con una cerimonia inaugurale per la consegna dei primi 8 padiglioni, cui se ne aggiungeranno altri 6 a fine anno. Per il sindaco Walter Veltroni sarà «un Natale di Roma particolarmente ricco di eventi quest’anno e denso di iniziative. Il miglior festeggiamento che la città possa avere». Partecipata al 47,4% dalla Camera di commercio di Roma, al 27,6 dal Comune e al 12,4% per ognuno da Regione Lazio e Sviluppo Lazio, la Fiera conta su investimenti complessivi fino al 2010 pari a 3,64 miliardi. In totale i padiglioni saranno 22, per una superficie complessiva di 920mila metri quadrati che ne faranno il primo polo fieristico europeo, con 14mila posti auto e 4mila posti adibiti a centro congressi. Un polo fieristico che, come ha sottolineato la scorsa settimana dall’amministratore delegato di Fiera di Roma, Marco Sogaro, sarà caratterizzato da incontri ‘Business to Business’. Per la prima fase sono stati investiti già 335 milioni di euro e 150 milioni per le strade di accesso. A partire dal 2009, inoltre, la Fiera genererà 8.400 nuovi occupati. La prima manifestazione a essere ospitata sarà, il 22 settembre prossimo OroCapital, poi fino a dicembre una serie di manifestazioni dedicate al turismo, alla nautica, all' impiantistica. Tra le attività per le quali Fiera di Roma ha già in corso accordi commerciali importanti, a marzo del prossimo anno un’esposizione dedicata alle attività subacquee, Eudishow, mentre per il turismo è previsto, sempre a marzo, in collaborazione con Rimini Fiere, un evento internazionale, Globe, dedicato esclusivamente agli operatori. Con la Nuova Fiera saranno anche potenziati i collegamenti stradali a Ponte Galeria. Si tratta della nuova bretella che, collegando il quartiere di Ponte Galeria, ha spiegato il presidente del XV Municipio, Giovanni Paris, permette di raggiungere via della Muratella senza attraversare il centro abitato. In questo modo, il traffico quotidiano che percorre questo tratto della via Portuense risulterà notevolmente alleggerito.
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