La teca di Meier costa quanto un quartiere
Nicoletta Orlandi Posti
Libero 22/4/2006
C'erano i giornalisti, i fotografi e le televisioni di mezzo mondo per il taglio del nastro della nuova Ara Pacis. Hanno consegnato alla storia il nuovo involucro del monumento firmato da Richard Meier, l'abbraccio tra il celebre l'architetto e il sindaco Veltroni, la folla di vip che si è accalcata per poter vedere da dentro la teca della discordia. Ma i media non hanno potuto fare a meno di riprendere anche la manifestazione di protesta organizzata da Fiamma Tricolore davanti al cantiere sul Lungotevere. Le bandiere nere e gli slogan urlati al megafono contro il sindaco e la teca di Meier hanno costretto la stampa e gli automobilisti romani intrappolati nel traffico a riflettere. «Roma non merita questo scempio» hanno scritto su un manifesto e sui volantini distribuiti agli invitati all'inaugurazione. Denunciano lo spreco di 40 milioni di euro, più i 16 milioni già sborsati da Rutelli, «per un'opera architettonica inutile e che stupra la città». «Anziché costruire questa cosa indegna e dare un sacco di soldi ad un architetto straniero», tuona il coordinatore regionale di Fiamma Tricolore, Gianluca Iannone, «si potevano fare case popolari. Con 56 milioni di euro si può realizzare un intero quartiere, sullo stile della Garbatella, con abitazioni in palazzi bassi, con massimo cinque nuclei familiari per palazzina, da 800 euro al metro quadro». Poi spiega: «Si devono utilizzare i terreni gratuiti del pubblico demanio e per la progettazione non si devono pagare famosi e costosi architetti, ma bandire concorsi fra giovani ». Il calcolo non fa una piega. Con 56 milioni di euro si possono costruire 1.400 case da 50 mq che costano 40 mila euro. La protesta contro la mega opera di Meier viaggia anche on air. Dai microfoni di "Nuova Spazio Radio", durante la trasmissione "La Sfida", Vittorio Sgarbi non usa mezzi termini per definire la teca: «Un cesso inverecondo firmato da un architetto incapace pagato due milioni di euro». Il critico d'arte ha ricordato il suo impegno da sottosegretario ai Beni culturali per bloccare i lavori. «Tolgano l'ostaggio augusteo e ci facciano una pizzeria» hainveito Sgarbi. «Non ci sono parole per definire lo scempio realizzato da Rutelli e Veltroni. Ma quale inaugurazione, dovrebbero vergognarsi. Come si fa a fare a due passi dall'antico porto di Ripetta, un simile obbrobrio, una pompa di benzina invereconda realizzata da un architetto incapace, pagato senza concorso pubblico?».
Mentre il candidato sindaco della Cdl Alemanno promette il suo smantellamento e i consiglieri di An e della Lista Storace protestano aspramente contro la seconda inaugurazione con i cantieri ancora aperti, diverse associazioni dei consumatori sollevano critiche. Ultima l'Aduc che attacca soprattutto i costi della gigantesca opera. «Nel 2002 abbiamo presentato un esposto alla Corte dei Conti per il progressivo aumentare dei costi», afferma il segretario Primo Mastrantoni che punta l'indice anche per il sottopasso previsto nel progetto per far scorrere le auto e consentire la pedonalizzazione dell'area fino al Tevere. «L'operazione», osserva Mastrantoni, «costa 40 milioni di euro. Non ci si poteva pensare prima? Alla fine non resta che constatare l'incapacità di assumere decisioni razionali e coordinate».
Nicoletta Orlandi Posti
Libero 22/4/2006
C'erano i giornalisti, i fotografi e le televisioni di mezzo mondo per il taglio del nastro della nuova Ara Pacis. Hanno consegnato alla storia il nuovo involucro del monumento firmato da Richard Meier, l'abbraccio tra il celebre l'architetto e il sindaco Veltroni, la folla di vip che si è accalcata per poter vedere da dentro la teca della discordia. Ma i media non hanno potuto fare a meno di riprendere anche la manifestazione di protesta organizzata da Fiamma Tricolore davanti al cantiere sul Lungotevere. Le bandiere nere e gli slogan urlati al megafono contro il sindaco e la teca di Meier hanno costretto la stampa e gli automobilisti romani intrappolati nel traffico a riflettere. «Roma non merita questo scempio» hanno scritto su un manifesto e sui volantini distribuiti agli invitati all'inaugurazione. Denunciano lo spreco di 40 milioni di euro, più i 16 milioni già sborsati da Rutelli, «per un'opera architettonica inutile e che stupra la città». «Anziché costruire questa cosa indegna e dare un sacco di soldi ad un architetto straniero», tuona il coordinatore regionale di Fiamma Tricolore, Gianluca Iannone, «si potevano fare case popolari. Con 56 milioni di euro si può realizzare un intero quartiere, sullo stile della Garbatella, con abitazioni in palazzi bassi, con massimo cinque nuclei familiari per palazzina, da 800 euro al metro quadro». Poi spiega: «Si devono utilizzare i terreni gratuiti del pubblico demanio e per la progettazione non si devono pagare famosi e costosi architetti, ma bandire concorsi fra giovani ». Il calcolo non fa una piega. Con 56 milioni di euro si possono costruire 1.400 case da 50 mq che costano 40 mila euro. La protesta contro la mega opera di Meier viaggia anche on air. Dai microfoni di "Nuova Spazio Radio", durante la trasmissione "La Sfida", Vittorio Sgarbi non usa mezzi termini per definire la teca: «Un cesso inverecondo firmato da un architetto incapace pagato due milioni di euro». Il critico d'arte ha ricordato il suo impegno da sottosegretario ai Beni culturali per bloccare i lavori. «Tolgano l'ostaggio augusteo e ci facciano una pizzeria» hainveito Sgarbi. «Non ci sono parole per definire lo scempio realizzato da Rutelli e Veltroni. Ma quale inaugurazione, dovrebbero vergognarsi. Come si fa a fare a due passi dall'antico porto di Ripetta, un simile obbrobrio, una pompa di benzina invereconda realizzata da un architetto incapace, pagato senza concorso pubblico?».
Mentre il candidato sindaco della Cdl Alemanno promette il suo smantellamento e i consiglieri di An e della Lista Storace protestano aspramente contro la seconda inaugurazione con i cantieri ancora aperti, diverse associazioni dei consumatori sollevano critiche. Ultima l'Aduc che attacca soprattutto i costi della gigantesca opera. «Nel 2002 abbiamo presentato un esposto alla Corte dei Conti per il progressivo aumentare dei costi», afferma il segretario Primo Mastrantoni che punta l'indice anche per il sottopasso previsto nel progetto per far scorrere le auto e consentire la pedonalizzazione dell'area fino al Tevere. «L'operazione», osserva Mastrantoni, «costa 40 milioni di euro. Non ci si poteva pensare prima? Alla fine non resta che constatare l'incapacità di assumere decisioni razionali e coordinate».
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